La Cina interviene sui mercati di Emanuele Rigo

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Dopo una settimana, quella scorsa, in cui l’assenza dei cinesi per la festività del nuovo anno lunare aveva creato non poche turbolenze sui mercati, ci ha pensato il governatore della People Bank of China (la banca centrale cinese ndr) Zhou a ridare una direzione ai mercati sottolineando come le riserve in valuta estera cinesi siano più che stabili nonostante i dati che ne descrivevano un chiaro deterioramento, e soprattutto prendendo in mano il timone in un mare in burrasca, dichiarando che non esistono motivi perché lo yuan debba svalutarsi ulteriormente.


Tanto è bastato, insieme ai dati sul surplus commerciale cinese in miglioramento, a restituire una bella dose di fiducia ai mercati con i principali listini asiatici in miglioramento: Tokyo il migliore con l’indice Nikkei in rialzo del 7.16%, l’Hang Seng in rialzo del 3.27% e ultimo Shanghai che chiude a -0.63%, ma recuperando terreno dai minimi di apertura.

Anche le borse europee tirano un sospiro di sollievo anche perché indiscrezioni trapelate durante la settimana scorsa sembrano suggerire che l’argomento turbolenze sui mercati possa essere messo nell’agenda del G20.

Per ora comunque sono i banchieri centrali a farla da padroni con la prima presa di posizione importante da parte del cinese Zhou in attesa di Draghi che parlerà nel primo pomeriggio di oggi.

Un ritorno della fiducia anche sul fronte petrolifero dove i contratti principali recuperano terreno portandosi su livelli ancora di guardia, ma più accettabili: il WTI apre la giornata di contrattazioni in Europa a 29.30 $/barile, mentre il Brent a 33.00 $/barile, nonostante il ritorno dell’Iran sulla scena internazionale: è notizia di ieri circa navi di stoccaggio iraniane che fanno vela verso l’Europa.

 

Market Movers

12:50 Giappone PIL cons. -1.2% prec. 1.3%

03:00 Cina Bilancia commerciale cons. 58.85b prec. 60.09b

11:00 Eurozona Bilancia commerciale cons. 21.4b prec. 23.6b

12:00 Germania Bollettino Mensile Bundesbank

15:00 Eurozona Discorso Draghi (BCE)

 

EURUSD

Con il ritorno dell’appetito al rischio, anche la moneta unica perde il suo appeal di valuta rifugio, insieme allo yen giapponese, riportandosi in area 1.12 e dopo aver abbandonato la banda alta di oscillazione sopra 1.1250. I mercati azionari del Vecchio Continente tornano saldamente con il segno positivo riportando un atteggiamento di risk-on che funge anche da balsamo curativo dopo la schizofrenia dei mercati di queste ultime settimane.

 

GBPUSD

La sterlina inglese continua la progressione laterale nella banda di stabilità tra 1.44 e 1.4550. L’assenza di dati macroeconomici rilevanti in uscita nel Regno Unito rendono le previsioni per l’andamento del cable particolarmente laterali anche per la giornata di oggi. Attenzione tuttavia agli sviluppi sul mercato azionario britannico che torneranno a guidare il mercato valutario in attesa anche di una presa di posizione netta di Cameron sul tema Brexit, dopo che le vicende di queste ultime settimane hanno irrimediabilmente fatto pesare il rischio di un abbandono della UE da parte del Regno Unito.

 

USDJPY

Con il ritorno dell’appetito al rischio dopo la presa di posizione del governatore della PBOC Zhou, anche lo yen perde terreno per l’effetto combinato di un ritorno alle posizioni speculative e per la ripida scalata dell’indice Nikkei della borsa di Tokyo che guadagna oltre 7 punti percentuali. La sessione asiatica si chiude infatti con la divisa nipponica che torna verso quota 114.00 attestandosi in apertura dei mercati europei in area 113.90 dopo che il rapporto USDJPY aveva aperto ieri notte in area 113.20.

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