La Cina inciampa nel PIL. Shanghai e Hong Kong apprezzano

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Cina: Pil sotto le stime!

Ma allora le autorità già sapevano del dato…

Nei giorni scorsi giungevano da oltre la Grande Muraglia notizie di preoccupazione riguardo allo stato di salute dell’economia cinese. Poi, nella realtà, la prima infornata di dati macro autunnali non avallava tale atteggiamento.

Oggi invece la Cina deve fare i conti con un PIL inferiore alle attese e non solo quello… anche se qualche numero positivo è uscito, vediamoli:

Investimenti in fixedassets (Annuale) (Set) 5,4% 5,3% 5,3%
PIL (Annuale) (3° trim.) 6,5% 6,6% 6,7%
PIL (Trimestrale) (3° trim.) 1,6% 1,6% 1,8%
Produzione Industriale (Annuale) (Set) 5,8% 6,0% 6,1%
Vendite al dettaglio (Annuale) (Set) 9,2% 9,0% 9,0%
Tasso di disoccupazione cinese 4,9% 5,0%

 

Un PIL a +6.5% farebbe felici tutti i paesi del mondo ma per la Cina essere sotto il consensus a +6.6% e anche sotto il precedente +6.7% evidentemente è uno smacco per Pechino cui nemmeno il dato mensile, invece uscito in linea, pone rimedio.

Qualche consolazione verrà trovata nel dato sulle vendite al dettaglio che con +9.2% vs +9% riconfermano il vigore dei consumi interni.

Pure la disoccupazione al 4,9% va considerato dato ottimo, mentre a braccetto con la negatività del PIL ci va il numero della Produzione Industriale in calo a +5.8% versus 6% atteso.
Come spesso accade però la borsa in questi casi legge il risvolto positivo, ovvero che le autorità della Cina probabilmente saranno ancora più convinte ad un allargamento della base monetaria per sostenere il PIL piuttosto che non ad imitare gli Stati Uniti alzando i tassi.

Tanto più che in Cina sono meno ossessionati che in occidente dall’inflazione.

E così oggi la Borsa di Shangai ha festeggiato con un esuberante +2.45% seguita da Hong Kong a +1.12%.

Se in Europa la perturbazione di ieri dovesse confermarsi qualcosa di più di un temporale è difficile che Cina e Hong Kong possano confermare questo trend.
L’atteggiamento controcorrente però è interessante nell’ottica di un portafoglio globale che se ben pesato anche su Cina e Hong Kong oggi grazie alle due borse asiatiche pagherà meno lo scotto di mercati globali complessivamente in fase ribassista.

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