La Cina ha la sua criptovaluta

la Cina ha la sua criptovaluta.

Dopo aver guardato con estrema diffidenza al mondo delle criptovalute, adesso la Cina ha la sua criptovaluta.

Il fenomeno Bitcoin

Poco meno di due anni fa il fenomeno Bitcoin si affacciava al mondo e all’opinione pubblica portando con sé una valutazione che sfioro, superandola per qualche ora, i 20mila dollari per singolo esemplare. Da allora il calo è stato costante ma altrettanto costante è stata la diffusione nel mondo finanziario del sistema blockchain ma anche delle criptovalute stesse. Infatti il mondo della moneta virtuale ha continuato a prosperare anche tra gli investitori istituzionali. Ed è proprio questo che, da sempre, ha rappresentato il punto dolente del settore.

Le paure degli investitori

L’estrema decentralizzazione delle monete virtuali è stata vista sia come liberazione dalle autorità finanziaria sia come possibile strumento di riciclaggio di capitali dalla malavita internazionale. Il sistema, infatti, nato e cresciuto nel sottobosco degli specialisti, non aveva trovato adeguata regolamentazione a livello internazionale. Da qui le paure delle istituzioni che si sono subito divise: da un lato chi, come il Giappone, ha sostenuto immediatamente le critpovalute, dall’altro altri che, come la Cina, hanno invece, deciso di metterle sotto stretto controllo. Tutti, però, avevano già intuito le forti potenzialità dell’intero sistema blockchain.

La moneta cinese

La Cina, attraverso la Banca Popolare Cinese ha fatto sapere di essere pronta a lanciare la sua criptovaluta. Di fatto, però, quella di Pechino non sarebbe una moneta virtuale a tutti gli effetti: in altre parole verrebbe meno la sua caratteristica principale, cioè la decentralizzazione. Infatti in una nazione che vede il potere estremamente saldo nelle mani di burocrati e politici il “problema” è stato risolto con quello che è stato definito un sistema operativo a due livelli.

La Cina ha la sua criptovaluta: pro e contro

In altre parole la moneta creata dovrebbe essere effettivamente emanata dalla banca centrale cinese ma, successivamente, dovrebbe essere distribuita al grande pubblico solo per mano di altri attori, attori che potrebbero essere banche commerciali oppure agenzie comunque legate ad enti governativi. Il primo vantaggio? Evitare l’estrema volatilità che, da sempre, ha contraddistinto il settore delle criptovalute ottimizzando nello stesso tempo anche il sistema dei pagamenti nazionali.

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