La bruttissima figura è assicurata se non facciamo attenzione a questi imbarazzanti e grossolani errori

errori

La lingua italiana è tra le più difficili, perché è piena di regole grammaticali da applicare e da non dimenticare.
Il 28 per cento della popolazione pur avendo ricevuto una buona istruzione, col trascorrere degli anni non è più in grado di capire un libro, un documento legale, una multa, ecc.
Da un’indagine svolta è emerso che su 8.000 italiani, in un’età compresa tra i 18 e i 65 anni, gli errori che vengono commessi sono più o meno sempre gli stessi: il congiuntivo, l’apostrofo, la giusta punteggiatura, l’uso dei pronomi, l’uso delle parole qual’e’, pultroppo, propio, avvolte, al linguine, ecc..
In questo articolo spieghiamo perché la bruttissima figura è assicurata se non facciamo attenzione a questi imbarazzanti e grossolani errori, che si ritengono dovuti principalmente all’uso esagerato di internet, e dal fatto che gli italiani leggono poco, o per nulla.

Ecco perché la bruttissima figura è assicurata se non facciamo attenzione a questi imbarazzanti e grossolani errori.

Tra i principali errori gravi che commettiamo  ce ne sono diversi. Eccone alcuni

L’uso del congiuntivo

Quante volte ne abbiamo sentito parlare di questo errore! Usare il congiuntivo è molto difficile, e il 69 per cento della popolazione lo sbaglia, non solo gli adulti ma anche gli studenti.
Errori del tipo: penso che è, credo che è, sono molto comuni.
Il verbo esatto è: penso che sia, credo che sia.

Qual è o qual’e’?

Anche qui facciamo una brutta figura, perché l’apostrofo, in questo caso non ci vuole mai.

La punteggiatura

Molti mettono la punteggiatura e le virgole un po’ a caso, senza ricordare che ci sono delle regole anche qui.
La virgola serve a dare un breve segno di pausa a dei periodi lunghi, i due punti in genere si usano per introdurre una frase o un discorso diretto.

L’apostrofo

Lo sbagliano quasi tutti.
L’apostrofo va messo quando ci sono parole femminili come: un’anima, alla parola animo ad esempio non va messo.
Oppure in tutti i casi in cui si verifica ciò: l’astronauta, e non lo astronauta.
Infine in tutte le parole tronche: un po’ invece di poco.

L’uso della C o della Q

Molte persone l’uso giusto di queste due lettere non l’hanno mai capito.
Le parole con cui spesso ci si confonde sono:
a) proficuo e non profiquo;
b) evacuare e non evaquare;
c) riscuotere e non risquotere;
d) promiscuo e non promisquo.

E oppure ed, A o ad

Può venire spesso il dubbio su quale congiunzione mettere.
È bene ricordare che la ‘d’ eufonica va aggiunta alla vocale E o A solo quando la parola che procede comincia con una vocale, ad esempio: vado ad Assisi.

D’accordo

Ci si è sempre posti la domanda: ci vuole l’apostrofo? Si, sempre.

Da oggi in poi, quindi attenzione a come si scrive e parla!

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