La Borsa italiana rischia il crollo a causa di Wall Street che affonda mentre un titolo sprofonda

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La Borsa Italiana e listini europei oggi hanno rischiato il crollo. Le Piazze azionarie del Vecchio Continente hanno terminato l’ultima seduta della settimana con forti ribassi ma hanno tenuto nonostante uno scenario difficile. La chiusura negativa di Wall Street nella seduta di ieri ha scatenato in Europa le vendite in avvio di seduta odierna. Anche l’avvio del mercato USA è stato difficile, in particolare per un’azione che ha perduto oltre il 20% già dai primi scambi. Nell’ultima seduta della settimana La Borsa italiana rischia il crollo a causa di Wall Street che affonda mentre un titolo sprofonda.

Eppure ieri la Borsa americana ha aperto in terreno positivo, dopo alcune sedute negative. Le Borse europee avevano chiuso in rialzo confortate dal rimbalzo di Wall Street in apertura. La giornata sui mercati azionari americani sembrava avviata verso un finale in rialzo. Niente lasciava presagire quello che sarebbe accaduto nel pomeriggio USA, la sera in Europa.

Ieri Wall Street nella seconda parte della seduta ha preso con decisione la via del ribasso. Ancora una volta tra i 3 indici azionari americani, quello tecnologico è quello che più ha sofferto. Ad un’ora dalla chiusura dei mercati, i prezzi del Nasdaq hanno sfondato il supporto dei 14.000 punti rischiando un crollo. Per fortuna in finale di seduta l’indice USA ha recuperato qualcosa e chiuso sopra questa importantissima soglia.

La Borsa italiana rischia il crollo a causa di Wall Street che affonda mentre un titolo sprofonda

Ancora una volta la Borsa USA è sull’orlo del precipizio ma stupisce l’andamento dei listini europei e della Borsa di Milano. I principali listini europei hanno ceduto oltre l’1,5%, ma il calo è avvenuto soprattutto in avvio di seduta. I prezzi hanno mantenuto le posizioni nel resto della giornata, senza peggiorare e nel pomeriggio hanno recuperato qualcosa. Poteva andare molto peggio, considerato anche che oggi è venerdì, giornata in cui gli operatori preferiscono non comprare. Le vendite sono scattate in apertura, per ordini inseriti prima dell’avvio delle contrattazioni, ma dopo sono cessate. Anzi, nel pomeriggio è tornato qualche timido acquisto nonostante l’avvio negativo della Borsa americana. Basta un solo dato per capire le difficoltà del settore tecnologico. Alla chiusura sui mercati in Europa Netflix perdeva il 21%.

Al termine delle contrattazioni in Europa, l’indice Euro Stoxx 50 ha perduto l’1,6% e la Borsa tedesca l’1,9%. La Borsa di Parigi ha ceduto l’1,7% e Londra è calata dell’1,2%. L’indice Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB) si è accodato al ribasso del resto dei listini chiudendo in ribasso dell’1,8%. Ma l’indice maggiore di Piazza Affari ha chiuso sopra i 27.000 punti a 27.061 punti.

Intesa Sanpaolo ha chiuso in territorio positivo, unica tra le blue chips, con un rialzo dello 0,02%. Amplifon, Prysmian, Stellantis, Tenaris, Generali e Ferrari hanno accusato ribassi superiori al 3%. Probabilmente gli operatori professionali hanno venduto soprattutto questi titoli perché nelle scorse sedute erano quelli che avevano guadagnato maggiormente.

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