La banca può essere obbligata ad aprire un conto corrente?

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ProiezionidiBorsa, sempre attenta ai quesiti posti dai propri Lettori, risponde oggi alla domanda “la banca può essere obbligata ad aprire un conto corrente?  Esaminiamo innanzitutto il rapporto che si instaura tra banca e cliente. Tra il cliente e l’istituto finanziario deve instaurarsi un necessario rapporto di fiducia reciproco, sulla base di un’apertura di conto corrente.

Per l’apertura del conto corrente, si stipula necessariamente un contratto avente forma scritta. Appare chiaro che, come per tutti i contratti, tra le parti oltre ad esserci un rapporto di fiducia, deve esserci la volontarietà di instaurare un rapporto. Ove questa manchi, appare chiaro non potrà venire in essere alcun contratto.

La banca, svolge un’attività di impresa e come tale, non può essere obbligata ad aprire un conto corrente a chiunque lo chieda. La banca non ha funzione di interesse pubblico, ma è un’impresa privata, e come tale può liberamente scegliere con chi intraprendere rapporti contrattuali.

Il codice civile è chiaro

L’art. 2597 del codice civile, infatti, impone l’obbligo di contrarre con chiunque, solo a chi esercita un’impresa in condizione di monopolio legale. E la banca non è un istituto di pubblico interesse.

Gli istituti finanziari dispongono, infatti, al loro interno di uffici che raccolgono informazioni su fatti importanti, di carattere sia patrimoniale che penale. Fruiscono di banche dati dove raccolgono informazioni, anche in merito alla solvibilità dei clienti e dei potenziali clienti.

Prima di instaurare un rapporto contrattuale è dovere dei funzionari dell’istituto, avere tutte le informazioni inerenti al potenziale cliente. Informazioni riguardanti la solvibilità o meno, eventuali problematiche/criticità che il potenziale cliente possa aver avuto di carattere penale. Ad esempio in relazione all’attività lavorativa che svolge o ha svolto.

La banca può essere obbligata ad aprire un conto corrente?

La banca, inoltre, ha l’obbligo di seguire pedissequamente la disciplina antiriciclaggio europea e nazionale. Quindi dovrà sempre valutare il tipo di attività svolta, la coerenza economico/patrimoniale con il tipo di richiesta e la provenienza del denaro.  La banca dovrà valutare, poi, come fa qualsiasi impresa, se l’apertura di quel determinato rapporto sarà conforme alle politiche di marginalità e reddito. Addirittura, ci sono alcuni Istituti che lavorano solo con clienti che apportano una determinata marginalità, magari superiore a 100 euro annui.

Anche l’ABF si è più volte pronunciato in merito all’obbligo di aprire un conto corrente in capo alla banca, asserendo l’inesistenza di tale vincolo. Nel nostro Ordinamento giuridico non esiste alcuna coercizione in tal senso. Anzi, essendo la banca un’azienda privata gode del principio della libertà economica costituzionalmente garantito.

Potrà quindi liberamente scegliere se aprire o meno un conto corrente.

Pertanto la banca può essere obbligata ad aprire un conto corrente? La risposta sarà sicuramente negativa, essendo libera di determinare in base alle proprie valutazioni se sarà conveniente, utile e vantaggioso per lei intraprendere un rapporto con quel determinato cliente.

 

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