La Banca centrale europea ha davvero dato il via ad un tapering degli acquisti di asset?

Banca Centrale Europea

Nell’ultima riunione del consiglio direttivo, la Banca centrale europea ha davvero dato il via ad un tapering degli acquisti di asset all’interno del suo programma denominato PEPP (Programma di acquisto da emergenza pandemica)? La domanda circola con insistenza sui mercati e tra i trader, ed è di fondamentale importanza per capire le strategie operative degli stessi, dopo che la governatrice della BCE, Christine Lagarde, ha ufficialmente dichiarato: “non stiamo facendo tapering, stiamo ricalibrando il PEPP, così come abbiamo già fatto a dicembre e a marzo”. Per la Lagarde, quindi, il termine giusto per descrivere la decisione operativa presa dal board della BCE è “ricalibrazione”, piuttosto che “tapering”. Ha detto la verità?

Facciamo una premessa. La questione, a prima vista, potrebbe apparire solamente una banale, quanto noiosa, querelle semantica. Una mera questione terminologica, o soltanto parole, per dirla in termini semplicistici. Eppure, in un mondo, come quello del policy-making, dove la semantica non è soltanto una questione accessoria ma è essa stessa la vera natura della policy, tale questione è di importanza dirimente. Ecco, allora, che diventa importante andare a fondo proprio della questione terminologica, al fine di capire quali sono i veri indirizzi di policy decisi dal consiglio direttivo lo scorso giovedì.

La Banca centrale europea ha davvero dato il via ad un tapering degli acquisti di asset

Il problema, relativamente a questo problema, è che non esiste una definizione univoca di “tapering”. Il dizionario di Cambridge, ad esempio, definisce il termine “tapering” come il “diventare gradualmente più stretto da un lato, o il fare qualcosa perché questo accada”. Declinato in termini economici, il vocabolario Investopedia, uno dei più autorevoli a livello globale nelle discipline finanziarie, lo definisce come “la riduzione del ritmo al quale la banca centrale accumula nuove attività nei suoi bilanci, nel contesto di una politica di Quantitative Easing.” Prendendo per buona questa definizione, abbiamo uno strumento utile con il quale confrontare la terminologia usata nella decisione presa dal Consiglio direttivo nella sua riunione del 9 settembre scorso.

Scorrendo il comunicato ufficiale rilasciato dopo la chiusura della riunione del board, si legge che “sulla base di una valutazione congiunta delle condizioni di finanziamento e delle prospettive di inflazione, il Consiglio direttivo ritiene che possano essere mantenute condizioni di finanziamento favorevoli con un ritmo degli acquisti netti di attività nel quadro del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) moderatamente inferiore rispetto ai due trimestri precedenti.”

Quel “ritmo degli acquisti netti di attività moderatamente inferiore ai due trimestri precedenti” sembra rispettare in pieno la definizione di tapering proposta da Investopedia, dal momento che la BCE ha dichiarato apertamente di voler ridurre il ritmo di accumulazione degli asset acquistati su base mensile sui mercati secondari, all’interno del suo programma PEPP. Indipendentemente dalle dichiarazioni della Lagarde, quindi, quello che è stato iniziato lo scorso giovedì è un vero e proprio tapering.

Certamente, si può benissimo intuire il motivo per il quale la governatrice della BCE ha fatto credere il contrario.

La parola “tapering”, infatti, è una carta molto rischiosa, per un banchiere centrale, da giocare sui mercati finanziari, tanto che la stessa Investopedia ha coniato il termine “taper tantrum” per definire il panico generalizzato che si diffuse nei mercati finanziari nel 2013 e che portò ad una improvvisa impennata dei rendimenti sui titoli del Tesoro americano, dopo che la Federal Reserve annunciò di voler ridurre il ritmo di acquisto degli stessi nel suo programma di Quantitative Easing.

Proprio per via di questa esperienza pregressa, le banche centrali reputano oggi la parola “tapering” un tabù da evitare ad ogni costo. Eppure, come abbiamo spiegato, il tapering della BCE è, a tutti gli effetti, già iniziato, mentre gli investitori sono già tutti con gli occhi puntati sulla riunione del prossimo dicembre, quando Francoforte potrebbe dichiarare ufficialmente la cessazione del programma PEPP, a partire dal marzo 2021. A quel punto, i banchieri centrali dovranno ricorrere a qualcosa di più di qualche trappola semantica, anche usata intelligentemente, per convincere i trader a mantenere invariata la loro strategia sui bond sovrani europei, per i quali verrà meno il loro attuale maggior acquirente.

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