Juventus in Borsa alla prova del coronavirus

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La trasversalità degli ‘effetti indigesti’ delle misure anti-Covid si sono abbattute anche sul mondo delle attività sportive, piccole e soprattutto grandi. Perché infatti mentre a muovere le piccole realtà è in genere lo spirito agonistico più sano del termine, nei grandi club è anche (o soprattutto?) una questione di i conti. Come nel caso della Juventus  (MIL:JUVE).

Juventus in Borsa alla prova del coronavirus. Cosa attendere per la società ed il titolo quotato a Piazza Affari?

Ricordiamo che prima del divieto assoluto di circolazione era scattato quello per la partecipazione alle manifestazioni pubbliche. Per aziende come la Juve, quindi, i mancati incassi latitano da tempo. Ad esempio ricordiamo che il derby d’Italia con l’Inter si giocò l’8 marzo a porte chiuse, bruciando milioni d’incassi e pubblicità varie. Poi i divieti successivi hanno peggiorato le cose. I grandi club sportivi coma la Signora incassano fondamentalmente dagli eventi live, dai diritti tv e dalla pubblicità. Sono questi i tre grossi filoni di entrate.

Ad oggi le prime stime dei danni per l’intera industria del calcio italiano professionistico parlano di 170-200 milioni di € se gli incontri riprendono. «Ma se si arrivasse al blocco dei tornei il danno arriverebbe a 500, 600, 700 milioni» ha detto Gravina, numero 1 della Figc.

La situazione attuale

Da un mese e passa la situazione è a dir poco delicatissima. La squadra è in quarantena come tutta la popolazione, e se non gioca (in Italia o nelle Coppe) non produce, quindi non può vendere i suoi servizi. A peggiorare il bilancio al club bianconero ci pensano gli ingaggi stratosferici in corso dei giocatori. Ad esempio l’investimento su Ronaldo dell’estate 2018 rischia di non dispiegare tutti gli attesi benefici pluriennali. Ma anche di rivelarsi, a contratto concluso, un costo non coperto per intero. Tutto è in balia del coronavirus, i cui tempi di vita incideranno negativamente sul club.

Vi è poi anche il rischio che alla ripresa degli allenamenti alcuni giocatori (la “forza lavoro”, ossia gli asset aziendali) non siano al top della forma. O che non la recuperino più per la fine della stagione. Al danno da prestazione si avrebbe quindi anche quello da cartellino in un’eventuale cessione dello stesso atleta durante la sessione del prossimo calcio mercato. È una situazione a dir poso surreale. Nell’incertezza più assoluta, il mercato vende a piene mani. Oggi un’azione Juve costa €0,66 circa, ma ha fatto anche peggio qualche giorno fa. A gennaio, quando ancora si giocava, prezzava invece tra €1,13 e €1,28. Prendendo il prezzo medio tra i due, €1,20, il crollo è stato nell’ordine del -45% circa. In pratica oggi scambia agli stessi prezzi del 2017.

Cosa farà invertire il trend?

Juventus in Borsa alla prova del coronavirus. La risposta in un certo senso è abbastanza ‘facile’. Solo la risoluzione dell’emergenza Covid-19 farà riprendere gli allenamenti e quindi i match. Che vuol dire incassi da botteghino, dalle pay-tv, dalla pubblicità. Nel frattempo però si studiano forme di tamponamento dei danni, tipo il taglio degli ingaggi. «In questo momento di emergenza non è un tabù. Credo che dobbiamo metterci tutti attorno a un tavolo. Crisi ed emergenza valgono per tutti e anche il nostro mondo deve essere unito. Siamo chiamati ad un gesto di grande responsabilità» ha aggiunto Gravina. Staremo a vedere gli sviluppi effettivi. Di certo la misura in sé, da sola, non sarà affatto sufficiente a invertire il trend del titolo.

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