IVA in aumento: finta ossessione o drammatica realtà

Iva

Parliamo di IVA: tendenzialmente non mi piace per niente parlare di ipotesi e/o situazioni a venire campate per aria.

Faccio un eccezione per la questione del paventato aumento dell’IVA perché la questione, se trascurata, potrebbe assumere toni drammatici per la stessa stabilità del Paese.

Il Ministro Tria si è limitato a ribadire che l’aumento dell’IVA è una delle principali clausole di salvaguardia che l’Italia ha firmato con l’UE.

Clausole da fare scattare nel caso i conti di bilancio non tornino.

Apriti cielo! L’aumento dell’IVA da più parti è dato per fatto.

E credetemi nel caso sarebbe una vera catastrofe.

Anche un asino sa che l’aumento dell’IVA produce danni serissimi all’economia.

Anche un asino sa che l’aumento dell’IVA produce danni serissimi all’economia pertanto questa clausola non andava inserita ab origine  negli accordi con l’UE.

Ancora meno andava ritoccata l’IVA nel 2011, passata dal 20% al 21% nel 2011 e poi nel 2013 col passaggio dal 21% al 22%.

Gli effetti li abbiamo visti: calo del PIL e aumento della disoccupazione.

Governo nuovo disastri vecchi da non replicare

Questo Governo ha dunque raccolto tra debito pubblico atavico e accordi con l’UE su parametri di bilancio da austerity una situazione economica posta già su un piano inclinato verso il baratro.

Lo stesso Ministero del Tesoro è consapevole grazie a un proprio modello econometrico del fatto che: “l’aumento delle imposte indirette provocherebbe una minore crescita del PIL, in termini reali, e un rialzo dell’inflazione, sia in termini di deflatore del PIL, sia di prezzi al consumo”.

Insomma andremmo ad instaurare un ciclo economico vizioso che avrebbe come una sequela possibile quello della perdita della sovranità e dell’avvento della Troika in stile Grecia.

IVA: idee nuove o rapporto nuovo con l’Europa

Idee nuove o rapporto nuovo con l’Europa queste sono le due uniche vie per evitare il disastro dell’economia italiana e la già scritta perdita di sovranità politica.

Il reddito di cittadinanza ha interessato un numero ridotto di persone rispetto alle attese e così come l’innalzamento delle pensioni minime produrrà effetti spostati nel tempo.

La FLAT TAX inizialmente sarà solo un costo prima di essere almeno in parte ripagata dall’emersione di lavoro nero dal 2020…

Italia compatta per uscire dal vicolo cieco dell’aumento dell’IVA

Urgono dunque soluzioni nuove, alternative all’aumento dell’IVA, ma quali possono avere effetti nei soli 8 mesi che restano di 2019?

La realtà è che l’unica vera soluzione sarebbe un fronte comune italiano verso l’Unione Europea per strappare nuove condizioni che non siano nella direttrice di condurre l’Italia nel baratro economico cui porterebbe l’aumento dell’IVA.

Quindi per esempio ridiscutere quel famoso 2,04% di rapporto deficit PIL annuale che è assolutamente insufficiente per avviare un rilancio della nostra economia.

L’Italia negli anni si è auto-incastrata nel vincolo della riduzione del debito pubblico prima ancora di riportare, con politiche espansive, il proprio bilancio in attivo.

Una specie di follia ignorante che ora va assolutamente cancellata con una presa di posizione forte e politicamente compatta alla faccia della speculazione internazionale.

Ne saremo capaci?

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