Italia sempre più povera con l’euro…ma non è finita

BCE

Italia dove stai andando?

E’ mio dovere premettere che le mie posizioni sull’euro sono idee personali che la direzione di ProiezionidiBorsa  condivide soltanto in parte,.

Detto questo mi sento in obbligo di chiarire alcune cose che nascono dal presupposto storico e dimostrabile che l’Italia e gli italiani in genere si sono soltanto impoveriti con la nascita dell’euro.

Vediamo dal grafico come l’Italia negli anni ’90 arrivò a fare meglio col suo PIL della media dei paesi europei (la linea zero per intenderci).
Poi il progressivo crollo del PIL tutt’ora in atto con l’avvento dell’euro.

Ri-preciso che il grafico indica la variazione rispetto alla media (0%) delle nazioni europee e non il valore assoluto: in ogni caso un disastro, una vera iattura per l’Italia.

Allo stesso modo, tempo fa mostrammo come ogni tedesco abbia migliorato la propria posizione di 43.000 euro mentre ogni italiano l’abbia peggiorata, in termini di reddito pro-capite di 78.000 euro.

Il tutto in questi 17 anni di moneta unica.

D’altronde la politica germano-centrica dell’UE è stata evidente da subito quando vennero stabiliti i rapporti di cambio.

Difesa dell’euro fatta di frasi fatte e pretesti.

Più si avvicina la campagna elettorale e più si evidenzia come i proclami europeisti siano in gran parte fatti di frasi fatte e pretesti che si pretende di rendere realtà soltanto sulla base del concetto della ripetizione.

Come quando le SS sostenevano che una falsità ripetuta tante volte al popolo finisce per diventare realtà per il popolo stesso.

Mi spiego.

Quando sento dire che l’Italia deve stare in Europa e nell’euro per competere con le grandi nazioni come USA e Cina trovo subito due filoni di analisi che rendono questo tipo di assunto datato, infondato e pertanto lo invalidano.

1 Nazioni extra euro come Svizzera, Svezia, Norvegia, Danimarca, la stessa Ungheria che l’euro lo ha evitato last minute, allora sono destinate a scomparire?
La Gran Bretagna che non solo l’euro non lo ha mai adottato, ma che ha anche democraticamente votato per la BREXIT sarà cancellata?

Nulla di tutto ciò, anzi, ognuna di queste nazioni, che sia membro dell’UE o no (vedi Svizzera), mostra dati macroeconomici migliori dell’Italia e di molto anche!

Come può accadere? Passiamo al punto due…

2 Intanto il concetto stesso di competere tra nazioni è antistorico e datato.

Le aziende debbono competere sul piano della qualità dei prodotti e della loro capacità di innovare.

Le nazioni debbono collaborare NON competere

La Svizzera vive bene da sempre grazie a una rete di accordi bilaterali che ne regolano import ed export.

La vicenda strascicata sui dazi tra USA e Cina ora in via si soluzione ci conferma ampiamente che tra nazioni l’unica via è quella della collaborazione.

La via della Seta un modello da estendere

Pensare di abbandonare l’euro rapidamente sarebbe folle.

La speculazione internazionale si accanirebbe  contro la nostra borsa e i nostri titoli di stato con lo spread in volo.

La stessa rinata lira andrebbe incontro a una svalutazione di tipo speculativo e pertanto non accettabile.

La via della seta però ha aperto una strada.

Quella degli accordi bilaterali!

Per pensare di abbandonare l’euro servono anni per creare una rete sul modello svizzero di solidi accordi bilaterali. Partendo dalle grandi nazioni, come la Cina appunto, gli USA e poi a cascata tutti gli altri.

Siamo una grande Nazione

Siamo una grande nazione ma quasi sempre non ce ne rendiamo conto.

Abbiamo :

– un patrimonio turistico unico al mondo;

– siamo il secondo paese manifatturiero dell’area UE;

– abbiamo una delle prime quote di risparmio pro-capite al mondo;

– siamo al 4/5° posto al mondo come riserve auree; senza contare il fenomenale filone aureo che giace sotto il San Bernardino che va oltre la semplice idea mitologica…

Se andiamo a guardare la bilancia commerciale da sempre in area UE siamo in passivo quindi acquistiamo più di ciò che vendiamo.

Il saldo del nostro bilancio si riequilibra grazie al grande apprezzamento che il Made in Italy riceve dalle nazioni Extra-UE.

Quindi nel caso di uscita senza accordo (comunque da evitare) il saldo sarebbe più negativo per i paesi UE che per noi…

Meditiamo gente meditiamo…

 

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