Italia, fa davvero molta paura?

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Italia sotto i riflettori del mondo

Ieri il monito del governatore della Federal Reserve Jerome Powell che ha citato l’Italia come possibile fonte di instabilità sui mercati a causa dello scontro continuato (e che potrebbe protrarsi fino a dicembre inoltrato). Oggi il richiamo della Bce che, oltre Roma, include anche Londra.

Cosa sta succedendo?

Nel suo Financial Stability Review di novembre (il report è pubblicato due volte l’anno a maggio e, appunto, a Novembre) la Bce ha evidenziato che il contesto economico della zona euro è diventato più difficile già dalla metà di quest’anno.

Lo spartiacque, infatti, sarebbe stato il mese di maggio con l’entrata in scena del “fattore Italia” e l’insediamento del governo a guida Lega-M5S.

Le prime incertezze

Da qui le prime incertezze che hanno portato tensioni sui titoli di stato italiani e un generale cambio di fiducia verso la nazione. Un quadro che, stando alla panoramica offerta dalla banca guidata da Mario Draghi, avrebbe a sua volta generato perdite le quali, però, non si sarebbero poi estese al resto dell’area euro.

Banche e npl

A dare una mano alla stabilità finanziaria, oltre alla presenza di una crescita economica ancora sensibile, anche un settore bancario in fase di ripresa, il che ha permesso di arginare la crescente volatilità sui mercati.

A proposito di Banche

Proprio a proposito di banche, la Bce ha notato che se da un lato la riduzione dei crediti in sofferenza e la razionalizzazione dei npl ha avuto un andamento più veloce del previsto che ha portato il carico a dimezzarsi nel giro di 4 anni, dall’altro “le vulnerabilità strutturali, tra cui la sovraccapacità in alcuni mercati bancari nazionali e gli alti costi operativi, continuano a frenare la redditività delle banche”.

A questo si è poi aggiunto un altro problema: il protezionismo a livello internazionale le cui conseguenze sono state avvertite anche sui mercati.

La Brexit e l’allarme della BoE

Non ultima, tra le cause di incertezza, gli analisti che nel report hanno definito la Brexit  “un rischio per la stabilità finanziaria”. A confermare le paure su quanto potrebbe accadere all’economia anglosassone è arrivato ieri in serata l’allarme della Bank of England.

I numeri resi noti

I numeri resi noti sarebbero al limite della catastrofe: in caso di mancato accordo e quindi nel caso in cui la Camera dei Comuni non volesse dare il suo ok, il prossimo 11 dicembre all’intesa già approvata in sede Ue, la nazione rischierebbe un crollo del Pil pari all’8% nel giro di un anno, con un -10,5% che riguarderebbe solo l’economia della capitale.  Per questo motivo da Francoforte arriva un avvertimento rivolto a tutti gli operatori finanziari: siate pronti a qualsiasi eventualità, compresa una hard Brexit.

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