Italia e Cina: economie e sistemi a confronto ai tempi del coronavirus

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Come si stanno comportando paesi diversi ai tempi del coronavirus?

Quali analogie, quali differenze?

Proviamo a fare un confronto tra la situazione italiana e quella cinese, due paesi, di cui uno pare abbia superato, almeno in gran parte, certi problemi, l’altro, il nostro, ancora in mezzo al guado.

Italia e Cina: economie e sistemi a confronto ai tempi del coronavirus.

Si usa dire che un’immagine valga più di mille parole.

Ed allora iniziamo questa nostra analisi con due grafici dell’indice PMI manifatturiero di Italia e Cina.

pmi

Indice PMI manifatturiero Italia

PMI cina

Indice PMI manifatturiero Cina

Due curve esattamente simmetriche ed opposte.

L’Italia scende sotto il livello spartiacque tra espansione e recessione di 50, per attestarsi attorno a 40, mentre la Cina riparte da questi livelli e ritorna sopra 50.

Sicuramente in questa differenza molto è dovuto alla situazione legata alle diverse politiche monetarie.

Mentre la Cina ha effettuato abbondanti iniezioni di liquidità, l’Italia è alle prese con i contrasti europei relativi alla discussione su strumenti del debito e politiche monetarie e di bilancio.

Ma molte delle attuali criticità italiane sono dovute anche a problemi di gestione.

Italia: alcuni punti critici

Risulta abbastanza evidente che l’Italia non brilla per capacità gestionale ed organizzativa.

Ieri il sito dell’Inps è andato in panne.

Certo, anche a seguito di attacchi informatici, ma era prevedibile che, essendo il sito utilizzato quale strumento per gestire certi provvedimenti previsti dal governo, vi sarebbe stata una particolare attenzione anche da parte di malintenzionati.

Ma non si tratta solo di questo.

Problema burocrazia.

Uno degli annosi problemi italiani è la burocrazia.

Ad esempio in questo periodo sappiamo quanto sia deficitaria la fornitura di mascherine, in primis verso chi ne avrebbe maggiormente bisogno, i presidi ospedalieri.

Ma come avviene l’acquisizione di mascherine?

Come ha precisato il commissario Domenico Arcuri, ancora si usano le gare Consip, struttura quanto mai burocratica e certo non in grado di assicurare i tempi celeri, che bisognerebbe invece seguire in situazioni come l’attuale.

Non è un caso che lo stesso commissario, in una accentuata dialettica con le regioni, soprattutto in materia di mascherine, abbia ammesso che almeno il 50 per cento di quanto richiesto arriverebbe ad emergenza già terminata, ovviamente per aspettare le lungaggini Consip.

Domanda: ma visto che la stessa normativa di legge in materia di protezione civile prevede una deroga alle disposizioni vigenti, non potrebbe/dovrebbe il commissario appunto derogare e farsi direttamente indicare qualche fornitore di fiducia dagli economi delle diverse strutture, bypassando completamente la Consip?

Il problema delle forniture

Peraltro, se le forniture italiane sono insufficienti, esistono comunque diversi fornitori esteri, ma le relative forniture vengono sequestrate, per tentare di prevenire un solo ipotetico tentativo di speculazione, qualora giungano in Italia.

Peccato che ad esempio le mascherine non arrivino poi ai presidi ospedalieri, o arrivino prodotti non conformi alle normative.

Qualcuno dirà: che vuoi, siamo in Italia….

Ma allora, appunto, non sarebbe venuto il momento di cambiare le cose?

Questo governo è in grado di gestire la situazione?

Alcuni provvedimenti utili

Quelli sopra citati sono solo alcuni degli innumerevoli esempi di mala gestio, qualcuno, diciamolo chiaramente, direbbe in modo un po’ irriguardoso: gestione all’italiana, che i paesi più virtuosi ci imputano, e per cui nutrono sempre un significativo livello di sfiducia verso l’Italia.

Ma se il governo veramente volesse cambiare le cose, qualcosa potrebbe sicuramente farla.

Italia e Cina: vediamo alcuni punti

Non solo omissione di atti d’ufficio e abuso in atti d’ufficio.

Si tratta, come noto, di reati previsti dal codice penale a titolo di dolo.

Sarebbe opportuno prevedere anche un reato di mala gestio legata anche solo a colpa e negligenza.

Interventi sulla Consip.

Intanto, non risulta che la gestione Consip sia stata sospesa.

Domanda: perché Arcuri, dall’alto dei suoi poteri straordinari, non emette un provvedimento molto semplice. Durante tale fase emergenziale, venga sospesa ogni competenza prevista dalle normali disposizioni di legge in relazione a tutti i materiali necessari per affrontarla.

Ed il materiale nel frattempo acquisito o sequestrato dalla stessa Consip, venga velocemente esaminato da economi, addetti agli acquisti, esperti nominati fuori da ogni procedura concorsuale dallo stesso commissario, e venga velocemente redistribuito, tale materiale, secondo le necessità palesate, tra i presidi che ne necessitano.

Ma aggiungiamo anche che bisognerebbe evitare il sequestro preventivo del materiale giunto dall’estero.

E’ ovvio che se un fornitore straniero sa che una volta arrivato in Italia, il suo materiale viene sequestrato e indennizzato con ridicole cifre, rispetto anche solo ai costi sostenuti, molto semplicemente lo dirotterà su altri paesi.

Mi domando e vi domando: il governo cosa fa a tale proposito?

Conte è al corrente di questi fatti?

Oppure sa solo dire che tutto andrà bene, refrain ormai financo assurdo ed assolutamente fuori luogo, a parer mio, a fronte di tutto quello che si sta verificando?

Ma cosa dobbiamo mai attenderci, da chi neppure si rende conto di una palese incostituzionalità, anche solo in relazione ai provvedimenti che limitato la libertà personale, e che potrebbero contenere in se stessi la possibilità di far decadere qualunque provvedimento sanzionatorio?

E’ questa l’opinione anche di diversi giuristi e qualche ex magistrato financo delle giurisdizioni superiori.

Pretendiamo quindi che gli altri paesi, a partire dalla Germania, abbiano fiducia di noi?

Ed allora dimostriamoci all’altezza della situazione.

Ma essere all’altezza della situazione comporta la necessità di esserci già, non di far scuola per divenire poi, o ridiventare, in un futuro non si sa quanto prossimo o più probabilmente lontano, presidenti del consiglio o ministri.

Meglio, per costoro, ripassare al prossimo giro, se mai otterranno la fiducia di chi dovrebbe poi eleggerli o nominarli.

Rapporto tra Italia e Cina: i problemi cinesi

Certo, anche la Cina ha i suoi problemi, ad esempio in materia di debito pubblico.

Ma non solo.

Una questione ancora non chiara, e che riguarda direttamente il coronavirus, è la seguente.

Parrebbe che una delle probabili origini siano i mercati dove si macellano animali, poi venduti nei medesimi mercati.

Cambierà qualcosa nelle condizioni igieniche da seguire?

Questi mercati parrebbero al momento riaperti, ma verranno riformati?

Al riguardo non si hanno notizie sicure.

Sembra solo che tutto sia tornato come prima.

Si gira per le bancarelle e si notano animali stipati in gabbia, in attesa di macellazione.

Ma sicuramente la Cina, sotto altro profilo, ha dimostrato un significativo livello di capacità gestionale.

E sarà anche per questo, che certi indici economici le restituiscono la palma della vittoria, nel confronto con altri paesi, compreso il nostro.

Alcune similitudini: curve dei rendimenti.

Ma esistono anche aspetti simili tra Italia e Cina, sotto il profilo economico.

Ad esempio le curve dei rendimenti di entrambi i paesi sono inclinate al rialzo, anche se quella cinese gode di una maggior inclinazione rialzista.

curva rendimento Italia

Curva rendimento Cina

A questo proposito, occorre ricordare che la yield curve, pur non essendo una sfera di cristallo, ha saputo anticipare molte delle fasi di inversione dell’economia, compresa quella attuale.

Molti, ancora sino ai primi giorni del 2020, la criticavano soprattutto in riferimento ad una sua presunta inaffidabilità, quale strumento previsionale di cambi di trend economici.

Certo, la curva non ci dice i motivi per cui gli operatori decidono di farle assumere determinate dinamiche.

Ma ci dice, in molti casi, anche contrariamente all’opinione di molti analisti economici e finanziari, cosa abbia una certa probabilità di succedere dal punto di vista economico e, di conseguenza, sui mercati.

La curva dei rendimenti

Ha previsto la crisi cosiddetta del debito, e ora ha previsto questa crisi, proiettata entro l’estate 2020, quando invece la quasi totalità degli analisti era ancora rialzista sulle sorti dell’economia di molti paesi a partire dagli USA.

Ed ha assunto una particolare dinamica anche sulla Cina.

Nonostante sia stato l’epicentro del coronavirus, la sua è una dinamica rialzista.

Seguita poi da diversi indicatori, a partire dal PMI manifatturiero, al pil, che su base annua si attesta su un 6 per cento. Percentuale certo inferiore a quella di altri periodi, ma che da noi ci farebbe restare a occhi spalancati dallo stupore.

Ancora una volta la curva dei rendimenti ha fatto il suo lavoro

La nostra ha una impostazione rialzista, con una pendenza certo inferiore, ma comunque in positivo.

I motivi dell’inclinazione rialzista della curva italiana potrebbero ricondurre al fatto, in primis, che comunque lasciare in difficoltà l’Italia non conviene a molti paesi, i cui interessi economico-finanziari sono strettamente collegati ai nostri.

Non fosse che per questi motivi, esprime quindi un certo ottimismo, e resta al momento inclinata al rialzo. Probabilmente anche nella convinzione che non vi saranno significativi peggioramenti nella gestione dei conti pubblici.

Ma anche perché probabilmente molti hanno frainteso anche la questione del Mes.

Ricorrere a questo strumento non significa assoggettarsi alla Trojka.

Ma solo attendersi una certa condizionalità.

Condizionalità che, molto probabilmente (diversamente sarebbe rigettata da parte nostra) si limiterebbe a ben specificare che eventuali flussi provenienti dal Mes, non potrebbero essere utilizzati per finalità diverse da quella di far fronte ad esigenze collegate al coronavirus.

Peraltro, nel momento in cui scrivo si parla anche di una sorta di possibile cassa integrazione su base europea.

Altra misura che potrebbe risollevare le sorti economiche, soprattutto se comprensiva di tutti i provvedimenti che bisognerebbe assumere per sostenere lavoratori dipendenti, liberi professionisti, ed imprese.

La denominazione sarebbe impropria, ma probabilmente è quanto servirebbe.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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