Italia divisa in due ma non è più nord sud…

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Se c’è una cosa che la manovra del governo ha chiarito è che l’Italia, la popolazione italiana è sempre più divisa in due.

Si è sempre cercato il bipolarismo per evitare ammucchiate anti-gravitazionali ed ecco che spunta delineato e convinto sulla base delle direttive economiche che il nuovo  governo sta portando avanti.

La divisione non è più nord sud, questo è chiaro. La frammentazione è trasversale.

Semplificando possiamo dire che chi ha avuto l’impatto minore dalla crisi, chi ne è uscito meglio, chi ha sempre conservato il proprio posto di lavoro, magari con anche un bel gruzzolo di risparmi da parte, ha ben poca voglia di cambiare, di rischiare che modifiche strutturali del rapporto tra Italia e Unione Europea possano in qualche modo scalfire un andamento consolidato e favorevole.
Direi che è umano e pienamente comprensibile.

Poi vi è una larga fetta di popolazione , in base all’esito elettorale di marzo, la maggioranza, che ha subito pesantemente l’onda della crisi, che vede il lavoro, portato dalle politiche comunitarie, come un miraggio e/o comunque qualcosa di instabile e precario. Di risparmi manco a parlarne , semmai vi sono debiti con le banche ed Equitalia, insomma una larga fetta di Italia che la crisi non l’ha mai superata.

Ed a questa appartengono anche decine e decine di nuove imprese che si scontrano ben presto con una fiscalità e una burocrazia pesanti ed imponenti. Aziende, che non avendo alle spalle solidità storica e back-ground  consolidato, stentano a decollare e spesso non ce la fanno.

Poi , si sa, vi sono tanti idealisti che a livello economico potrebbero posizionarsi nell’altra metà del cielo ma che per la forza delle idee rimangono ancorati al proprio tradizionale substrato storico-politico.
Una minoranza da ambo le parti…

Come uscirne?
In democrazia che vince ha ragione e detta la linea fino a che godrà del supporto popolare espresso in ambito elettorale.

Oltre non mi spingerei…faccio un esempio: il fatto che il governo abbia abbassato le soglie di indebitamento da un triennio al 2,4% a un 2,4% che poi scende al 2,1% per poi arrivare all’1,8% è manovra che ha sollevato molte critiche di incoerenza se non incapacità. Ci sta. Allo stesso tempo c’è chi l’ha valutata come abilissima mossa politica di chi spara altissimo per poi ottenere quanto si era prefisso. Ci sta…

Posizioni strutturalmente inconciliabili dunque.

Il governo deve governare e l’opposizione deve svolgere la propria funzione di controllo, stimolo ed anche contrarietà. Quello che andrebbe recuperato è il rispetto delle idee altrui.

Troppe volte chi non si adegua all’altrui pensiero viene tacciato di ignoranza, di incapacità di tutto quanto può servire per screditarlo. E spesso con grande risonanza dei media.

Credo che il primo passo che l’Italia debba compiere per lasciarsi alle spalle la crisi sia , prima ancora che di programma di natura economico finanziaria, quello di recuperare il rispetto delle posizioni altrui.

Solo così possono veramente sortire le idee migliori e più intrise di lucidità.

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