Investire sui migliori per guadagnare sempre. Come vincere sul mercato con il valore di un marchio

Procter & Gamble

Investire sui migliori per guadagnare sempre. Come fare a guadagnare, di anno in anno, contando sul potere di un marchio, di un brand? E’ veramente possibile o sono solo fantasie? E’ sicuramente possibile.

Vediamo come riuscirci.

La crisi generata dalla pandemia da nuovo coronavirus ha imposto al mondo di fermarsi. Per la prima volta abbiamo sentito tutti la parola “lockdown”. E ne abbiamo sperimentato gli effetti, stando chiusi in casa per più di due mesi. Ma il mondo, contrariamente a quanto vi hanno fatto credere, non è stato completamente fermo. Anche perché sennò non avreste avuto niente da andare a comprare per mangiare e bere, e sareste già morti da tempo. Non solo. In questo lasso di tempo, chiusi in casa, avete certamente tenuto pulita, o più pulita del normale, la vostra abitazione. Quindi, è di ogni evidenza che le aziende attive nella produzione e distribuzione di cibo, bevande e prodotti per la casa e l’igiene della persona abbiamo prosperato, in questo periodo. Ma ciò che è ovvio e logico non sempre trova rispondenza nell’andamento dei mercati. Mercati che dovrebbero essere la cosa più razionale del mondo e che invece, spesso, si comportano come un qualcosa di totalmente irrazionale.

Quindi siamo andati a fare un piccolo studio.

Abbiamo preso le marche più importanti del mondo nei settori che abbiamo sopra delineato, ed abbiamo guardato cosa abbiano fatto in due distinti periodi. Per la precisione, dal 2010 ad oggi e, soprattutto, da inizio anno ad oggi, per vedere se il nostro assunto fosse veritiero. Le aziende prese in considerazione, inoltre, sono brand molto conosciuti e dei veri e propri titani nei loro settori. Possiedono centinaia di marchi, oltre ad esserlo, spesso, essi stessi. Si tratta di Coca-Cola, Conagra, Nestlé, Pepsi-Cola, Procter & Gamble, Reckitt Benckiser, Unilever, Kellogg Company, Mondelez International, Danone e General Mills. Inutile fare una lista delle marche possedute da queste aziende. Sappiate solo che, insieme, possiedono la quasi totalità dei marchi di cibo, bevande e prodotti per la casa del mondo. Vediamo quindi, in dettaglio, come vincere sul mercato con il valore di un marchio.

Investire sui migliori per guadagnare sempre

Il nostro portfolio è quindi composto da 11 titoli, ed è stato equiponderato, cioè ha dato ad ogni titolo azionario lo stesso peso, vale a dire il 9,09% ciascuno. Nel corso degli ultimi 10 anni, supponendo di aver investito 100.000 dollari, il nostro portafoglio ha avuto una performance lorda del +156,37%, cioè +9,54% all’anno. Corretta per l’inflazione, questa performance diventa il +7,73%. Ogni anno, cioè, ci saremmo portati a casa 7.730 dollari. E di crisi in questi anni ne abbiamo avute parecchie… Altri ragionamenti hanno reso possibile questa performance.

Abbiamo ribilanciato mensilmente il portafoglio e, soprattutto, abbiamo reinvestito i dividendi nei medesimi titoli, ampliando la performance grazie all’interesse composto. Questo portfolio, tra l’altro ha anche due caratteristiche. La perdita massima sostenibile all’anno, il cosiddetto drawdown, è nettamente inferiore al mercato nel suo complesso, rappresentato dal più indicativo indice mondiale, lo S&P 500. E la correlazione col medesimo, anche se la massima parte delle aziende sono americane, è solo dello 0,67%.

Questo vale a dire che è del 33% meno rischioso del più importante mercato del mondo. In questo portafoglio ci sono aziende come Nestlé, la multinazionale svizzera, che hanno reso il +12,81% l’anno. Chi ha reso meno è stata la Danone, con il +5,36% annuo. Che è comunque enormemente di più di qualunque titolo di stato o obbligazione corporate sul mercato.

E da inizio anno, come è andata?

Considerato il crollo che c’è stato, il portafoglio non è in positivo, poiché è a -3,66%. Ma lo S&P 500 + ancora a -9,19%. E parlando ancora di rischiosità, da inizio anno questo portafoglio è stato del 18% meno rischioso. Quindi l’assunto del nostro titolo si è dimostrato valido. Si può battere il mercato, si può fare meglio di lui. Basta affidarsi a marchi conosciuti, ad aziende che producono e distribuiscono beni di cui non è possibile fare a meno, e che saranno comunque comprati da tutti, soprattutto in tempi di crisi.

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