Investire, per tempo, nella ripresa: i titoli del lusso da monitorare

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Investire, per tempo, nella ripresa: i titoli del lusso da monitorare. Quale è stato e sarà l’impatto del lockdown sul settore del lusso? Come hanno sofferto i titoli? Che prospettive ci sono per il settore? Chi ne saprà approfittare? Vediamo di approfondire un po’ un settore molto importante per il Made in italy, ma non solo.

Inutile girarci intorno. Il settore del lusso è tra i più colpiti, se non il più colpito, dalla crisi indotta dal coronavirus, e dal conseguente lockdown. Frontiere chiuse, viaggi annullati, negozi sbarrati. Impossibile produrre, ancora più impossibile vendere. In queste condizioni, difficile che le aziende del settore non sentano i morsi della crisi. E la stessa cosa hanno fatto i titoli in borsa, con perdite pesanti da cui non si sono, ovviamente, ancora ripresi. Perché il settore, è bene spiegarlo per chi non lo sapesse, è tra i più ciclici che ci siano.

Quando le cose vanno bene, il lusso prospera. Quando le cose vanno male, il lusso soffre. E’ vero che i ricchi restano tali anche durante le crisi, ma anche loro spendono meno, in quei periodi. E, quando non possono muoversi, quando non possono viaggiare, quando non possono andare nei negozi, anche i benestanti ed i ricchi non comprano.

Perchè non pensiate che lo facciano online, come i comuni mortali…

Il turismo del lusso, da diversi anni a questa parte, ha un comune denominatore. i cinesi. Il turismo cinese è il più attivo del mondo, e certamente tornerà ad essere tale, anche se ci vorrà del tempo. La nuova classe media, in Cina, composta da centinaia di milioni di persone, è stata affiancata anche da decine di migliaia di milionari e parecchi miliardari. E queste persone viaggiano e comprano, dal lusso accessibile a tutti, a quello riservato ai veri benestanti ed ai ricchi. In Italia, il 30% degli acquisti Tax Free è fatto dai cinesi, per dire.

E i secondi compratori mondiali di lusso, che una volta erano i primi, rimangono i giapponesi. Tirate le somme, l’Asia conta, da sola, per il 50% del fatturato del Made in Italy, ma anche del resto del settore. Le trimestrali pubblicate in questi ultimi giorni dalle maison più note mostrano i primi contraccolpi alle vendite di beni di lusso dovuti alla chiusura seguita all’esplosione della pandemia. E non saranno gli ultimi. Le aspettative, infatti, sono di una perdita netta di almeno ⅓ delle vendite. Sempre che le riaperture dei negozi siano seguite da quelle delle frontiere, dalla possibilità di viaggiare, e dal ritorno dei clienti a comprare fisicamente. Altrimenti potrebbero essere anche il 50% del fatturato. Ecco perché bisogna investire per tempo sulla ripresa. Quali sono i titoli del lusso da monitorare?

Investire, per tempo, nella ripresa: i titoli del lusso da monitorare

Come detto, cambiano le esigenze, i consumi, le modalità di acquisto e di godimento di simili beni discrezionali, legati a doppio filo con il turismo e dove la penetrazione del canale di vendita digitale è ancora relativamente bassa. Questo terremoto potrebbe portare all’uscita dal mercato di alcuni operatori. Ma anche a un’ondata di shopping da parte dei colossi del lusso o di investitori internazionali verso maison più piccole, provate dal crollo delle vendite. Chi vincerà? Chi ne uscirà vincitore? I marchi più strutturati, con un buon posizionamento di mercato e capaci di continuare a trasmettere ai clienti la dimensione del “sogno”. Un sogno diverso, però, inevitabilmente legato alla pandemia ed ai nuovi ritmi imposti. Che permarranno fino ad un trattamento realmente efficace o, meglio, fino ad un vaccino. I settori più puniti, finora, sono stati abbigliamento, gioielli e orologi.

Parzialmente contenuti i danni per la pelletteria e la cosmesi, che hanno potuto giovarsi meglio degli acquisti online, nonostante tutto.

La ripresa non sarà veloce, è ben indicarlo chiaramente. I risultati pieni di un ritorno ad una specie di normalità non si vedranno prima del 2022. E’ proprio per questo che è bene investire per tempo, se si crede nella ripresa del settore. Quali saranno le aziende che sovraperformeranno le altre? Il titolo che si è difeso meglio (cioè che ha perso meno) a Piazza Affari, per adesso, è stato Moncler (MIL:MONC).

Quindi gli altri (Brunello Cucinelli, Piquadro, Salvatore Ferragamo, Safilo, Ferrari) hanno margini di recupero maggiori. A livello mondiale, si può star certi che i colossi del settore, come i francesi Kering e LVMH, o le conglomerate svizzere che fanno capo alla Swatch ed alla Richemont assorbiranno il colpo meglio di altri. Occhio anche alla spagnola Inditex (proprietaria di Zara, ma non solo), alla Nike (che vanta un seguito cult), ed all’Adidas, per cui si può dire praticamente la stessa cosa.

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