Investire nel mattone non sempre porta a dei rendimenti sicuri

mercato immobiliare

Investire nel mattone non sempre porta a dei rendimenti sicuri. L’investimento nel mattone è una delle grandi passioni degli italiani. Questo da sempre. infatti siamo la nazione con più case di proprietà in Europa. E quella in cui l’esercizio dell’affitto è meno utilizzato. E se vi diciamo quante sono, magari non ci credereste nemmeno. Le unità immobiliari ad uso abitativo in Italia sono 34.871.821. Di queste, ben 32.192.053 risultano possedute da persone fisiche. La quota è pari al 92,3%. I dati sono dell’anno scorso. E sono dell’Agenzia delle Entrate.

Investire nel mattone, quindi, è un’abitudine. Ma se oltre 19 milioni di abitazioni sono prima casa, oltre 12 non lo sono. Di questi, 6 milioni risultano locate, e 6 sfitte. Ma perché si investe così tanto nel mattone? Ovviamente per viverci, in prima istanza. E poi per avere una rendita dall’affitto di un altra casa. Rendita con cui potersi permettere altro. Per non intaccare più del dovuto lo stipendio o la pensione. E proprio riguardo a quest’ultima c’è un netto interesse in aumento ad utilizzare la rendita di una casa come previdenza integrativa. Questo dato il fatto che la pensione è in media del 30% inferiore all’ultimo stipendio.

Investire nel mattone non sempre porta a dei rendimenti sicuri

Ma l’investimento nel mattone quanto rende? Se lo si mette a regime, come si usa dire, il rendimento netto è del 2% l’anno rispetto alla somma immobilizzata per acquisire la casa. Il carico fiscale è sceso rispetto al passato. Questo grazie alla cedolare secca. Cioè al regime (facoltativo) per il quale si può pagare un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali. Ovviamente per la parte derivante dal reddito dell’immobile. Un 2% non è molto. Anche certi titoli obbligazionari rendono questa cifra con relativa facilità. Ma è garantito, no? Cosa c’è di più solido del mattone?

Sorvoliamo sulle grane condominiali. E sui pagamenti in ritardo o cessati del tutto. Sugli alloggi semidistrutti quando lasciati. E sull’impossibilità di cacciare inquilini morosi, molto spesso. Focalizziamoci sulla disponibilità dei soldi. Che sono realmente immobilizzati. I buoni postali sono subito disponibili, quando riscattati. Azioni, obbligazioni ed ETF lo sono dopo un paio di giorni. I fondi di investimento di norma dopo tre. Se volete vendere, e non svendere, una casa possono passare mesi. Attualmente, in media, un minimo di 8, e fino a 18.

Perché non è un investimento realmente sicuro

Adesso seguiteci bene. Quand’è che potete dire che avete guadagnato su una casa? Solo al momento della vendita, vero? Solo lì saprete quanto vi abbia realmente reso. Ma voi direte che comunque, ogni anno, ci fate il 2%. Sì, vero. Ma quel 2% va poi rapportato al valore a cui vendete la casa. Se voi l’avete comprata a, facciamo un esempio, 100.000 euro, il guadagno lo avete solo se la rivendete almeno 100.000 a parità di potere d’acquisto. Cioè contando l’inflazione. Perché se la vendete, facciamo, a 90.000 dopo 5 anni, il vostro 2% annuo (10.000), ve lo siete bruciato.

Pensate a queste cose, che sono controintuitive, quando ragionate su un investimento immobiliare.

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