Investire dopo la pandemia, perché agli italiani piace la finanza green e sostenibile

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Dopo la pandemia la famiglia italiana sceglie investimenti green, responsabili e sostenibili. Ma pochi risparmiatori sono veramente in grado di scegliere bene e da soli. Il secondo rapporto Censis-Assogestioni, presentato al Salone del Risparmio a Milano, lascia spazio a pochi dubbi. Il 63,4% dei risparmiatori conosce gli strumenti ESG (Environmental, Social, Governance) basati su criteri di investimento responsabile. Ma scegliere quelli veramente etici è un altro paio di maniche. Bisogna affidarsi ai consulenti del risparmio gestito e anche loro non possono sempre mettere la mano sul fuoco. Vediamo oggi la fotografia del mercato italiano a due anni dallo shock che ha cambiato il mondo. Vediamo cosa attende l’investitore green oriented, visitando il Salone del Risparmio con la Redazione Attualità di ProiezionidiBorsa.

Niente di nuovo sotto il sole

Il settore ESG non è certo una novità: i movimenti a favore degli investimenti socialmente responsabili esistono già dagli anni ‘70 negli Stati Uniti e dagli anni ‘90 in Italia. Tuttavia sono stati molti i cambiamenti culturali succedutisi. Lo si legge nel rapporto presentato oggi da Giorgio De Rita, Segretario Generale del Censis, e discusso da Fabio Galli, Direttore Generale di Assogestioni. Sono arrivate nuove spinte normative in Italia e in Europa. Quella che prima era una nicchia di mercato, quasi dimenticata in un angolo, oggi è al centro della scena finanziaria continentale e, senza la misura normativa dell’Unione della scorsa primavera, sarebbe diventata una specie di Far West. Per chi non lo sapesse, a marzo 2021 è entrato in vigore il regolamento sull’informativa di sostenibilità dei servizi finanziari (SFDR) che ha tirato seccamente il freno a mano, per fortuna in tempo.

Investire dopo la pandemia, perché agli italiani piace la finanza green e sostenibile

Più della metà dei risparmiatori, oggi, dichiara un interesse per gli investimenti ‘verdi’: il 52,5% per l’esattezza. I giovani sono il 72,1% , il 67% sono persone benestanti e il 66,6% sono laureati. Anche i consulenti finanziari confermano che gli investimenti responsabili attirano più di prima. Secondo l’82,4% la clientela è molto o abbastanza interessata a questi prodotti. Il 76,9% nota una maggiore attenzione rispetto al periodo pre-Covid. Dunque il 68,3% degli intermediari propone i prodotti ‘green’ o responsabili con più frequenza. C’è però un problema: gli investimenti devono essere autentici, verificati, certificati. Molti clienti temono di vedere i loro soldi incanalati verso fondi, gestioni o prodotti strutturati con troppe zone d’ombra.

Mancano gli strumenti per verificare il rispetto delle finalità annunciate

Investire dopo la pandemia, perché agli italiani piace la finanza green e sostenibile ma servono più indici, dati e parametri per misurare il rispetto delle finalità ambientali, sociali e di governance. Lo chiede il 42% degli investitori in fondi e gestioni che sollecitano maggiore trasparenza nelle informazioni e nei regolamenti. Sta, insomma, avvenendo anche in Italia quel che si è già verificato all’estero. Gli investitori sono disponibili e attenti, soprattutto quelli più benestanti (62,9%). Ma prima di pagare vogliono vederci chiaro. Solo il 26,2% indica di preferire una diversificazione attenta al sociale o alla buona governance (21,7%).

La nuova sfida del settore finanziario

La sfida che il settore finanziario si prefigge è quella di avvicinare i risparmiatori affezionati ai Btp a investimenti che integrino contemporaneamente ambiente, sociale e governance. Ma i prodotti ESG devono ancora fare molta strada, è chiaro. Soprattutto a proposito di comunicazione e trasparenza. Qualcuno si è dato la mission di mettersi a scavare dentro il portafoglio di alcuni fondi sostenibili delle prime dieci principali società di gestione del risparmio in Italia. Ha trovato, tra i titoli in portafoglio che venivano proposti a grandi investitori dall’animo green, anche strumenti imbarazzanti, come titoli di aziende petrolifere, società di estrazione mineraria, produttori di tabacco e operatori del gioco d’azzardo.

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