Investimenti pubblicitari, web fa la parte del leone

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Google (GOOGL) e Facebook  (FB) stanno facendo man bassa della torta (40%) degli investimenti pubblicitari. Il futuro è digitale e ormai l’orientamento generazionale è entrato nelle menti degli investitori. Pubblicità ormai vuol dire online, i grandi centri media indirizzano i propri clienti verso investimenti pubblicitari in questo settore. Quest’anno si parla di una crescita di 8,2 miliardi leggermente più alta rispetto all’anno precedente dovuta ad un maggior introito dai giganti d’Oltreoceano.

Pensare che 5 anni fa il digital aveva un peso del 27% sul totale degli investimenti pubblicitari. I media, dalle tv, alla radio, alla carta stampata e alle affissioni tradizionali sono in un de profundis cronico e le proiezioni fino al termine del 2019 non sono delle migliori. Si stima una crescita di 5,5 miliardi di investimenti una cifra che dovrebbe rappresentare un -5%.

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Amazon nuovo concorrente?

In un mercato sempre più globale a rompere gli equilibri potrebbe essere Amazon  (AMZN) che a piccoli passi si sta avvicinando al settore.  In Italia Pubblitalia ’80 resta la prima concessionaria del settore per raccolta pubblicitaria, poi viene Google. Quest’ultima riceve introiti per 1,5 miliardi da adv mentre il social facebook sui 600 milioni.

In questo quadro a fare la parte del leone sono i colossi del web che dominano sul mercato incrementando velocemente il loro spazio tra gli investitori.

C’è chi solleva questioni di  disparità

Ciò sta iniziando a creare malumori tra le associazioni non legate ai grandi colossi. Iab Italia ha chiesto a tutela degli operatori misure concrete affinchè non ci sia questa supremazia sul mercato, mettendo in condizione tutti di potersi muovere ad armi pari. Non è un mistero che Facebook e Google sono tecnologicamente avanzati e in più con una tassazione ben diversa dalle aziende italiane sono riuscite a fare maggior cassa e ad investire di più nella tecnologia.

Media tradizionali segno meno

Guardano in negativo i settori tradizionali dei media con risvolti dal punto di vista occupazionali preoccupanti. Chi iniziano a tremare sono le tv: ormai è un vero e proprio testa a testa con il digitale in fatto di investimenti pubblicitari. La prima ha una quota del 44%.

I formati web più accattivanti

Non c’è dubbio che banner tradizionali,  video, i diversi spazi all’interno dei social network e i nuovi formati native vanno per la maggiore. A seguire la search, infine la classified&ecommerce advertising.

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