Intesa Sanpaolo, dividendi straordinari

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Intesa Sanpaolo può vantare dei dividendi davvero di tutto rispetto. Come  parte di utili conseguiti dalla società, i dividendi vengono distribuiti agli azionisti e rappresentano uno dei motivi principali che spingono gli investitori a comprare una determinata società. La decisione per la consegna dei dividendi viene decisa nell’assemblea generale. A volte avviene anche una distribuzione di un dividendo straordinario. Mentre invece il dividend yield è un importante indicatore di rendimento immediato. Questo indicatore ci aiuta ad analizzare la capacità di remunerare gli investitori, più è alto meglio è.

I migliori dividendi su Piazza Affari

Secondo quando detto da Equitalia, Fiat quest’anno è al primo posto di questa classifica con un rendimento maggiore del 16% tra dividendo ordinario e dividendo straordinario (grazie alla vendita di Magneti Marelli). A seguire Intesa Sanpaolo, Azimut e UnipolSai con rispettivamente 9,8% 6,9% e 6,3% di rendimento.

Investire su Intesa Sanpaolo

Le banche europee in questo momento si trovano a metà del loro percorso di recupero. Dalla crisi economica del 2008 ad oggi  sono riuscite a risanare la situazione patrimoniale riducendo i crediti deteriorati e rafforzando il capitale. Quello che è importante ricordare è che l’andamento della società potrebbe aumentare l’effetto del dividendo oppure renderlo negativo. Ad esempio quest’anno chi ha investito in Intesa Sanpaolo (ISP)  ha guadagnato tra dividendi e performance il 15%, mentre chi ha investito in Pirelli ha perso il 9% anche se la compagnia ha avuto un dividend yield del 3,8%.

Guardando oggi il dividend yield delle società quotate a Piazza Affari il dividendo maggiore è offerto da Intesa Sanpaolo con un valore vicino al 10%. Gli analisti, guardando la crescita delle società consigliano l’acquisto di Intesa Sanpaolo. Il titolo in questo momento si trova a quota 2,3415, subito sopra un supporto situato a quota 2,2470. La banca italiana chiude i primi nove mesi dell’anno con un utile netto a 3.310 milioni di euro, in crescita del 9,9% rispetto allo stesso periodo del 2018. Tra i dati più significativi, il miglioramento della “qualità del credito” e la riduzione di 5 miliardi di crediti deteriorati.

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