Interpretazione di problematiche legali tramite clausole contrattuali

contratto

Un contratto si può comporre di molte clausole, e capita spesso di doverle considerare alla luce di disposizioni legislative. Sia al fine di verificare eventuali contrarietà a norme imperative di legge, che al fine di coglierne meglio il significato.

Infatti un contratto non può contenere clausole contrarie a disposizioni imperative di legge e, per quanto concerne gli aspetti interpretativi, tra più interpretazioni possibili deve considerarsi in primis quella conforme alle normative, di cui tener quindi conto.

Ma può capitare anche il contrario. Ossia di formulare interpretazioni di problematiche legali relative a disposizioni di legge, tramite clausole contrattuali.

Un esempio: diritto di proprietà e bonus fiscali

Proprio a tale riguardo, nell’articolo di ieri abbiamo affrontato il seguente problema interpretativo: se in base alle vigenti disposizioni di legge, il singolo condomino sia obbligato a consentire l’accesso nel suo immobile per finalità connesse ai bonus fiscali, come asseverazioni ed interventi ristrutturativi.

In base ad una disamina di diversi aspetti legali, già siamo giunti ad una chiara conclusione, in senso negativo. Il condomino non ha un siffatto obbligo.

Ebbene, oggi intendiamo dimostrare che a tale conclusione possiamo giungere anche tramite norme contrattuali.

In particolare ci riferiamo alle clausole che solitamente le imprese con cui si stipulano interventi finalizzati ai bonus fiscali inseriscono nel testo delle cessioni di credito.

Cessioni di credito pro solvendo

Come noto, solitamente, quando si sceglie la forma della cessione del credito fiscale, relativo ai cosiddetti bonus, l’impresa con cui si stipula il contratto fa sottoscrivere una cessione in forma pro solvendo. Ciò per meglio garantirsi nel caso poi il credito non venga riconosciuto a livello fiscale.

In tal caso, infatti, potrà rivalersi sul condomino.

A tale riguardo, va considerato che però un tale contratto non si limita a indicare che il singolo condomino cede il credito alla ditta. Credito quale forma di adempimento della propria obbligazione.

Si aggiungono ulteriori clausole.

Una, in particolare, stabilisce solitamente l’obbligo di fornire alla ditta cessionaria documenti e dati. Documentazione, questa, richiesta per il conseguimento del cosiddetto bonus, ad esempio in materia di efficientamento energetico.

Ma perché inserire una tale clausola?

La risposta a tale domanda rappresenta il ragionamento che ci conferma come non sussista un obbligo di legge del singolo condomino di consentire l’accesso.

Infatti, se già esistesse un tale obbligo, perché inserirlo nel contratto di cessione del credito?

Sarebbe del tutto superfluo, inutile.

Invece, se si è ritenuto indispensabile inserirlo, è perché, evidentemente, un tale obbligo nel nostro ordinamento legislativo non è previsto.

Pertanto, in sua assenza, se poi il condomino non fosse obbligato a fornire i documenti e le informazioni richieste, per ottenere le quali potrebbe dover consentire rilievi nel proprio immobile, si rischierebbe infatti di non poter procedere nella pratica per il conseguimento del bonus.

Pertanto si è ritenuto che solo a fronte di una evidente espressione della volontà negoziale, come indicata ad esempio nel contratto di cessione, sorgesse un tale obbligo.

Un’ulteriore conferma, in assenza di una tale clausola contrattuale, dell’inesistenza di un siffatto obbligo.

Abbiamo quindi visto, a proposito di interpretazione di problematiche legali tramite clausole contrattuali, come anche tramite clausole contrattuali si possa pervenire ad importanti chiarimenti interpretativi sul nostro ordinamento giuridico.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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