Inflazione UE: una mina vagante

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Viene segnalato in verde è vero perché un aumento dell’inflazione , nella norma (non sempre si badi ) può produrre effetti rialzisti sull’euro in ambito dei vari cross principali.

Approfondimento Italia disoccupazione sopra il 10%

Ma gli effetti positivi, ammesso che un rafforzamento della valuta nel computo del dare avere sia da considerarsi tale, di dati che segnalano inflazione termina qua.

Tra l’altro oggi nemmeno , almeno per il momento , nelle sale trading del Forex hanno potuto festeggiare questo dato.
Per il resto soltanto …peste e corna come direbbe Tex Willer…questo dato non ci voleva:

IPC italiano (Mensile) (Ott) 0,0% 0,2% -0,5%
IPC italiano (Annuale) (Ott) 1,6% 1,7% 1,4%
IAPC italiano (Mensile) (Ott) 0,2% 0,4% 1,7%
IAPC italiano (Annuale) (Ott) 1,7% 1,8% 1,5%
Indice principali prezzi al consumo (Annuale) 1,1% 1,0% 0,9%
IPC (Annuale) (Ott) 2,2% 2,1% 2,1%
Tasso di disoccupazione (Set) 8,1% 8,1% 8,1%

 

A poca consolazione servono i 4 dati su 4 che vendono invece in Italia i dati sui prezzi tutti sotto le attese. In questa fase di battaglia con Bruxelles non sono certo le pacifiche rilevazioni sui prezzi italici a compensare un dato UE che batte sia il consensus che la rilevazione del mese precedente.
Tra l’altro notiamo che un +2.2% annuale sull’indice dei prezzi al consumo è molto vicino al target ideale della BCE.

Inflazione: effetti


Come poi Draghi si regolerà con questo miscuglio di dati odierni è tutto da verificare.
La certezza che emerge ogni giorno di più è che l’Unione Europea non riesce coi presupposti su cui è nata ad amalgamare i vari paesi membri rendendoli comunità.

Il malessere che i risultati elettorali esprimono ma mano nei confronti dell’Europa non è altro che la conferma popolare, ma non per questo da considerare idiota a prescindere come fa certa intellighenzia, che il progetto Europa non è decollato ed anzi crea un malcontento montante.

A poco vale anche un dato sulla disoccupazione fermo all’8,1% se poi questo dato, comunque anche molto superiore al riferimento degli USA, è frutto di una fortemente disomogenea distribuzione dei livelli occupazionali all’interno delle varie nazioni.

Se Europa rimarrà (non si possono trascurare le forti e diffuse spinte contrarie crescenti persino anche nella Germania) dovrà essere un ‘Europa diversa costruita come casa comune e non come mero luogo di mercanteggio in cui i più forti arraffano vantaggi e gli ex forti (ante UE) come l’Italia decrescono e in più pagano la crescita delle new entry dell’Est Europa.

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