Inflazione in Germania in aumento battaglia in BCE in arrivo, Draghi da Matterella: obbiettivo fare cadere il Governo?

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Sappiamo benissimo che la mission principale della BCE è il controllo, la gestione dell’inflazione, ce lo ha ricordato più volte il Presidente Mario Draghi.

Sappiamo anche quanto siano diverse le tipologie , le situazione economiche e strutturali delle nazioni che hanno trasferito alla BCE la propria sovranità monetaria, di fatto spogliandosene.

Fino ad ora, con un’inflazione dormiente, la BCE ha potuto portare avanti una politica accomodante. Strategia che non ha certo consentito ai paesi più deboli di aggregarsi a pieno titolo alla ripresa in corso ma almeno, Grecia a parte, ne ha impedito l’affondamento.

Ora l’inflazione, il fattore che influenza al 100% le politiche della BCE ha deciso di abbandonare il cantuccio nel quale si era rannicchiata e di fare risentire la propria voce.

Già qualche numero in argomento si era intravisto, con oggi abbiamo la conferma ufficiale che l’habitat dell’andamento dei prezzi sta mutando:

    Ordinativi alle fabbriche tedesche (Mensile) (Ago) 2,0% 0,7% -0,9%
    Indice tedesco dei prezzi di produzione (Annuale) (Ago) 3,1% 2,9% 2,9%
    Indice tedesco dei prezzi di produzione (Mensile) (Ago) 0,3% 0,2% 0,2%

 

Notiamo che l’indice dei prezzi di produzione è salito oltre le attese sia su base mensile che su base annuale. Per la verità un primo picco del genere si era avuto nel 2017. M a quello era si può dire un primo sussulto dopo anni di arretramento, l’effetto e la valutazione che la BCE può e deve fare per il suo ruolo in argomento , dopo un ulteriore annata di conferme è completamente diverso e più stringente.

Anche perché l’incremento corrente si somma a quello del 2017.

Nelle giornate in cui lo spread tra BTP e bund segna nuovamente livelli di tensione ecco che la BCE si trova a dovere gestire la propria politica monetaria contemplando ESIGENZE OPPOSTE.

Da un lato una Germania che con i propri dati di prezzi in aumento necessita se non di una vera stretta monetaria con rialzo dei tassi per lo meno una brusca fermata del QE e un atteggiamento generale meno espansivo. Dall’altro l’Italia che nelle more del passaggio da un’ era politica all’altra con tanto di radicale mutamento degli indirizzi sta ricevendo un ‘accoglienza molto fredda dai mercati e dalla speculazione che si divertono ad attaccare i nostri titoli di debito. Ecco dunque che l’Italia necessita di un mantenimento se non un incremento del QE.

Pare che Draghi sia stato  in visita da Mattarella. E’ certo che la Germania antepone le proprie esigenze di chilometri rispetto a tutte quelle dei paesi partner. Abbiamo già visto  i potentati e le lobby portare dal “nulla”  al governo in Italia un cosiddetto governo tecnico pronto ad accontentare le politiche di lorsignori.

Che sia questa la prospettiva cui ci stanno conducendo i nuovi segnali di inflazione che come possiamo vedere sono anche confermati da un fortissimo incremento degli ordinativi alle fabbriche tedesche?

 

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