Inflazione e crescita economica: un binomio scindibile

inflazione

Inflazione in America sotto controllo. Da tempo scriviamo, con un’ammirazione fondata sui numeri, del miracolo economico che da tempo vivono in USA.

Il fattore più eclatante rimane quello che vede questa potente crescita al riparo dall’inflazione.

O almeno un po’ di inflazione c’è (ultimo dato +1.6%), ma è addirittura inferiore al target fissato dalla FED al 2%.

Come è possibile tutto ciò?

Il freno a mano tirato della FED

Nella fase più critica della crisi post sub-prime la FED ha fatto di tutto, veramente di tutto per rilanciare l’economia.

A nessuno è dato di sapere se il QE (l’emissione di dollari per riacquistare bond tossici e non tossici) è stata integralmente e parimenti legata all’emissione di debito.

Fatto sta che ha funzionato e, tarando l’emissione di moneta al reale fabbisogno del sistema finanziario, si è ottenuto un duplice obbiettivo.

1 Non si sono fatte affogare altre banche in stile Lehman Brothers

2 Si è ripristinata l’efficienza del settore creditizio gradualmente senza saturare il mercato di moneta, fonte di inflazione quando in eccesso.

In sostanza la FED si è mossa ripulendo un apparato finanziario/bancario altrimenti destinato a uno storico crash sistemico.

Le politiche espansive della Casa Bianca fondamentali anche nell’era della “dominazione monetaria”©.

Attribuire alla FED tutti i meriti del brillante e prolungato ciclo dell’economia USA sarebbe però miope ed ingiusto nei confronti di Donald Trump e del suo team.

Un Presidente che, pur tra mille difetti di comunicazione e talvolta comportamentali, ha comunque dato un contributo decisivo al definitivo rilancio economico con manovre coraggiose.

I tagli fiscali e gli investimenti pubblici, pur in assenza della valvola di sfogo guerrafondaia utilizzata da diversi suoi predecessori,si sono rivelate scelte lungimiranti e vincenti.

Senza l’abbinamento delle scelte politiche alle strategie della FED, pur nell’era della “dominazione monetaria”©, non si sarebbero mai potuti raggiungere certi risultati.

Inflazione  sotto controllo anche nella fase matura del ciclo

La cosa che ha sbalordito tutti gli economisti è stata l’assenza di inflazione anche nel prolungarsi del ciclo di forte crescita economica.

Una volta usciti dalla fase più cruda della crisi nella norma l’inflazione era attesa in ripartenza.

Chi ha ragionato così ha sottovalutato la gravità degli interventi che la FED, tra tassi a zero e QE protratto, ha dovuto realizzare per il evitare il crash.

Dopo di che, appena ne ha avuto spazio, ha col “bilancino del farmacista” riportato i tassi al 2,5%  spegnendo sul nascere ogni velleità inflazionistica.

La debolezza dei partner USA sia europei che emergenti è ora la zavorra principale che  frena le velleità inflattive derivanti dalla crescita interna.

Quindi occhio (ma questo la FED lo sa bene…), l’inflazione negli USA potrebbe riaffacciarsi più per derivazioni globali che non per il protrarsi di una mera crescita domestica.

 

 

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