Inflazione cercasi

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Con la conclusione del simposio dei banchieri centrali a Jackson Hole l’unica conclusione dopo giorni di discussioni è che le Banche Centrali non sono così efficienti nella gestione dell’inflazione come si pensava che fossero. L’allarme arriva dal presidente della BCE Mario Draghi il cui programma di quantitative easing che avrebbe dovuto risollevare le sorti dell’inflazione in Europa è atteso oggi alla prova degli ultimi dati in uscita nel Vecchio Continente: e le prospettive non sono rosee. Nonostante Draghi sia riuscito a scongiurare lo spettro della deflazione, l’Eurozona rimane ancora in un territorio di dinamica dei prezzi debole.

Sempre oltreoceano, dopo la diserzione (annunciata) del governatore della FED Janet Yellen, è stata la volta del vicegovernatore Stanley Fischer e vero deus ex machina dell’istituto di Constitution Avenue. Dopo aver registrato un miglioramento maggiore delle attese del dato sul PIL a stelle e strisce, saranno i dati sul mercato del lavoro in uscita questa settimana a far rivivere o affossare definitivamente la possibilità di un rialzo dei tassi a Settembre.

E nonostante noi abbiamo sostenuto anche durante il terrremoto cinese che l’ultimo appuntamento del FOMC estivo rimanesse comunque una data papabile, ora anche gli analisti rispolverano Settembre come se non fosse mai stato escluso.

A Threadneedle street, sede della Bank of England, Carney mette invece l’accento sugli ultimi sviluppi legati alle quotazioni del greggio che potrebbero continuare a mantenere sotto pressione la dinamica dei prezzi e rendere nulli gli sforzi degli istituti centrali di credito nel cercare di risollevare l’inflazione.

“Inflazione cercasi” sembra l’appello disperato di Jackson Hole.

 

Market Movers

11:00 Italia Inflazione (prel.) a/a cons. 0.1% prec. 0.2%

11:00 Eurozona Inflazione core (prel.) a/a cons. 1.0% prec. 1.0%

15:45 Stati Uniti PMI Chicago cons. 54.7 prec. 54.7

 

EURUSD

La settimana di contrattazioni si apre di poco mossa rispetto al livello di 1.12 dove la moneta unica staziona in area 1.1220 di circa due figure sotto il livello di 1.14 dove apriva la settimana scorsa prima del terremoto cinese. La giornata di oggi sarà completamente guidata dai dati sull’inflazione in zona euro che potrebbero mettere sotto pressione la BCE che si è già dichiarata pronta ad intervenire in caso di pressioni ribassiste sulla dinamica dei prezzi.

 

GBPUSD

Dopo una conclusione di settimana all’insegna dei ribassi, il cable apre la giornata di contrattazioni riportandosi in area 1.5420 nel rapporto con il biglietto verde, in rialzo dai minimi a 1.5340 toccati la settimana scorsa. Un vero e proprio maremoto per la sterlina inglese che ora risulta sotto pressione a causa del rafforzamento generalizzato del biglietto verde.

 

USDJPY

Dopo una settimana di sollievo dai minimi a 125.0 che aveva riportato il rapporto tra biglietto verde e divisa nipponica fino a 116.20, la giornata di contrattazioni in Europa si apre in area 121.10, in ribasso dai massimi segnati durante la sessione asiatica in area 121.90 complice l’indebolimento del mercato azionario nipponico con l’indice Nikkei della borsa di Tokyo che cede 1.28 punti percentuali.

Emanuele Rigo

Ava Trade

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