Indici azionari fra sopravvalutazione e trend: cosa attendere da ora in poi?

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La politica espansiva delle banche centrali degli ultimi anni, oltre ogni precedente limite storico, ha contribuito, come noto, ad un trend rialzista dei principali indici azionari, ormai in essere da diversi anni.

Sono quindi in molti a domandarsi se i mercati siano sopra o sottovalutati e quali decisioni prendere, in ottica di lungo termine.

Rispondiamo con il modello econometrico FED, modificato con un premio per il rischio azionario.

Il modello Fed originario postula un’equivalenza tra rendimento dei titoli di stato decennali di un paese e rendimento del relativo indice azionario, espresso come inverso del p/e.

Da qui si ricava un p/e di equilibrio, basato sulla seguente formula: p/e= 1/t,

dove t è il tasso free risk dei titoli di stato decennali, espresso in forma decimale.

Se, ad esempio, i titoli di stato decennali rendono il 5 per cento, la formula sarà: 1/0,05 = P/e, da cui p/e di equilibrio = 20.

Il modello rientra tra quelli analitici che, a differenza di quelli empirici, basati su medie storiche, come l’analisi dei livelli di p/e storicamente espressi da un indice, si basa sul principio di causa-effetto, e tiene quindi conto di contesti differenziati, mentre le medie storiche spesso non sono confrontabili tra di loro, per essere espressione di situazioni molto diverse.

Tuttavia questo modello econometrico è stato criticato, perché postula che un investitore sia interessato a scegliere il mercato che rende di più, ma senza considerare il fattore rischio.

In tal senso, non a caso il rendimento dei titoli di stato è considerato risk free, perché titoli considerati privi di rischio, o comunque dotati di un minor rischio rispetto al comparto azionario.

Mentre, infatti, quest’ultimo comporta rischio di perdite in conto capitale, i titoli di stato, se acquistati sotto il nominale, dovrebbero comunque garantire restituzione di capitale e flusso cedolare, da cui consegue il rischio più limitato, legato solo al default dell’emittente.

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Per questo motivo si rende opportuno considerare anche un premio per il maggior rischio di chi investa in azioni, e la formula originaria viene modificata aggiungengo un 5 per cento al rendimento dei titoli di stato.

Pertanto diviene: p/e = 1/(t+0,05).

In base a questa formula stimiamo il fair value di alcuni principali indici azionari, espresso come p/e di equilibrio, sulla base della formula sopra indicata, e lo raffrontiamo con il p/e corrente.

FTSE MIB P/E ATTUALE 42,78 FAIR VALUE 13,93, sopravvalutato del 207 per cento.

S& P 500 P/E ATTUALE 24,22 FAIR VALUE 13,62, sopravvalutato del 77,8 per cento.

Dax: P/E ATTUALE 21,5 FAIR VALUE 18,28, sopravvalutato del 17,6 per cento.

NIKKEI 225 1P7E ATTUALE 7,48 FAIR VALUE 19,75, sottovalutato dell’11,4 per cento.

Definiti questi p/e di equilibrio, si tratta di capire per quanto tempo possa perdurare uno stato di sopra o sotto valutazione.

L’analisi fondamentale non dà una risposta.

In effetti non esiste una regola precisa, perché le diverse situazioni storiche ed economiche risentono del contesto, in questo caso finanziario, di cui sono espressione e, come si è detto, è la prima volta che ci troviamo in una così prolungata fase di politica espansiva delle banche centrali.

Anche la regola tradizionale, che fa seguire un ribasso dei mercati al primo ribasso ufficiale dei tassi dopo una serie di rialzi, si riferisce a periodi caratterizzati da diverse politiche monetarie, quindi non confrontabili con l’attuale.

Pertanto non è solo all’analisi fondamentale che bisogna guardare.

Certo, l’investitore che volesse solo basarsi su di essa non si trova di fronte al periodo migliore in cui investire, ed anche il Nikkei 225 non rappresenta un’opportunità, sia perché non sufficientemente sottovalutato, sia perché l’economia nipponica è ancora vista in difficoltà.

E’ quindi sempre utile ricordare che spesso i mercati seguono una loro logica interna, che solo determinati modelli matematici sono in grado di cogliere.

Basti pensare, ad esempio, a certi modelli poco conosciuti di comportamento dei mercati finanziari, come possiamo estrapolare da studi di Gann, e che anche negli ultimi tempi ho personalmente rivisitato con alcune varianti personali.

Personalmente utilizzo per le proiezioni di prezzo e tempo il mio metodo Magic box, la cui attendibilità è dimostrata anche dal fatto che nel tempo le condizioni economiche cambiano, e quindi l’importante è cogliere elementi da cui desumere proiezioni che, invece, continuino a verificarsi, nonostante mutamenti di scenario e condizioni economico finanziarie molto diverse tra di loro.

In tal senso ecco quali erano le proiezioni formulate dal metodo a Dicembre 2014, in un super report pubblicato sul sito.

In nero le proiezioni su indici, in rosso le mie osservazioni.

Una sorta di analisi retrospettiva sull’efficacia del metodo.

OBIETTIVI DI PREZZO CHE AVREBBERO DOVUTO ESSERE RAGGIUNTI PER/ENTRO DICEMBRE 2015 (PROIEZIONI FORMULATE A DICEMBRE 2014):

INDICE DAX: OBIETTIVO PRINCIPALE IN AREA 10050 E CON POSSIBILE OVERSHOOTING A 11310 PER/ENTRO DICEMBRE 2015.

A DICEMBRE 2015 IL DAX FECE UN MASSIMO A 11430.

INOLTRE AFFERMAVO: IL TREND RIALZISTA DI LUNGO IN ESSERE SUI PRINCIPALI MERCATI DOVREBBE COMUNQUE CONTINUARE ALMENO SINO A OTTOBRE/NOVEMBRE 2017 E IL DAX CON UN TARGET COMPRESO TRA 11630 E 12870 ENTRO TALE SETUP.

AL MOMENTO QUESTO TARGET E’ GIA’ STATO APPROSSIMATO CON UN MASSIMO A 12951 RAGGIUNTO A GIUGNO 2017.

INDICE EUROSTOXX: ENTRO DICEMBRE 2015 OBIETTIVO RICOMPRESO TRA 3802 ED OVERSHOOTING IN AREA 4300.

OBIETTIVO CENTRATO AD APRILE 2015 CON UN MASSIMO A 3836.

INDICE S & P 500: PER/ENTRO DICEMBRE 2015 TARGET RICOMPRESO TRA 1932 E OVERSHOOTING A 2238.

TARGET APPROSSIMATO A MAGGIO STESSO ANNO 2015 CON UN MASSIMO A 2134.

IINDICE FTSE MIB: PER/ENTRO DICEMBRE 2015 TARGET A 23750.

TARGET APPROSSIMATO A LUGLIO 2015 CON UN MASSIMO A 24157.

Ora in quale situazione ci troviamo?

Nel mese di ottobre, non solo secondo miei metodi, ma secondo una pluralità di tecniche, già oggetto di precedenti analisi, scade un importante setup, che potrebbe essere di inversione, di medio e probabilmente anche di lungo.

Ma il setup si completa, è sempre bene ricordarlo, solo in chiusura di time frame. E solo allora sapremo se setup di continuazione o di inversione. E’ quindi la chiusura di ottobre che ci sarà indicazioni rilevanti, ricordando anche che il setup rappresenta un livello di prezzo o di tempo, o di entrambi, cioè di spazio tempo, rilevante per definire il futuro trend di mercato, poiché da un setup solitamente scaturisce una esplosione di mometum, o quanto meno un segnale direzionale, che conferisce ai mercati un imprimatur direzionale sul trend futuro.

 

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