Indice fiducia del Michigan in calo

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Nuovo assist dei dati macro alla linea morbida della FED. L’indice di Fiducia del Michigan è sceso a 95.3 contro attese a 98.1 ma soprattutto anche in diminuzione rispetto al dato precedente di 97,9.
Stanno prendendo la maggioranza dati riflessivi che potrebbero favorire una proroga anche negli Stati Uniti una politica monetaria espansiva.

Dopo il rialzo britannico infatti, dati macro troppo brillanti porterebbero la banca centrale americana ad alzare i tassi in misura significativa. Si deve dire che la prossima riunione è fissata per il 25/26 settembre e quindi la strada è ancora lunga.

Da un punto di vista ciclico ci sta anche che le borse americane per imitazione degli indici europei stornino già da prima di fine settembre basandosi anche sui timori di una stretta monetaria in arrivo e/o su qualche improvvida dichiarazione di qualche membro del board. In fin dei conti la FED è un organo privato. Incredibile a scriverlo…ma è così , la FED è privata.

Sul fronte inflazione oggi si registra una forte impennata del dato canadese che su base annua è salita al +3% battendo nettamente le aspettative ferme a +2.5%. Il Canada è paese che fa molto storia a sé, ma è comunque un dato da tenere bene presente perché, come già precisato per la BCE, anche per la FED l’inflazione è il primo riferimento.

La differenza tra le due banche centrali è però evidente: la FED opera anche in sostegno dell’economia reale mentre la BCE al di là degli effetti collaterali dei suoi interventi opera solo sul fronte monetario. Che poi… gestire le esigenze di una unica nazione, per quanto grande come gli Stai Uniti d’America è ben diverso che eventualmente essere di stimolo per una miscellanea di oltre 20 nazioni totalmente diverse tra loro

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