Indice dei direttori degli acquisti sulla soglia della recessione

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Giornata di Labor Day in America, giornata di dati importanti in Europa.

Su tutti spicca la serie di dati sui Direttori degli acquisti del settore manifatturiero.

In particolare in Italia è uscito un pessimo 50.1 contro attese a 51.2. Potrà ad alcuni venire facile accusare il governo di questo dato sulla soglia della recessione (posizionata come noto a quota 50) senonché anche in altri paesi  la situazione è uscita analogamente in calo:

Germania 55.9 vs 56.1

Francia 53.5 vs 53.7

Meglio ha invece fatto la Spagna in crescita a 53 vs 52,5

La media UE  infine è uscita in linea  con le attese a 54,6.

Essere in  calo alla pari con Francia e Germania non deve però rappresentare una consolazione o una scusante o tanto meno un alibi per evitare di prendere quelle decisioni importanti in materia di occupazione che sole possono veramente rilanciare il ciclo economico italiano.

Se è vero che il governo può infatti sostenere  che questa situazione l’ha ereditata (il trend negativo è iniziato a marzo prima delle elezioni) è anche vero che partire da dati minimi rappresenta un grande vantaggio in termini di prospettiva, nel senso che da più in basso si parte più dovrebbe essere semplice risalire.

Certo, se ci si dovesse trovare nel mezzo di una recessione globale, non sarà certo l’Italia, che sta puntando su un piano di rilancio a medio termine, a poter andare in contro-trend col ciclo economico mondiale, ma, per la verità, al momento così non è, segni di vera recessione non si vedono in nessuna delle economie principali e trainanti.


Pertanto urgono interventi in tempi rapidissimi per dare ossigeno e nuova fiducia alle imprese
di cui i direttori degli acquisti rappresentano l’umore ed il sentiment prospettico.

Il contesto generale con le agenzie di rating schierate in modo avverso all’Italia, la speculazione internazionale al seguito di questi “indirizzanti” pareri/rating e l’Unione Europea che emette preliminari segnali di grande fastidio per le richieste che l’Italia intende avanzare, delineano un quadro fortemente compromesso.


Questa situazione a tinte fosche avrà certamente riverberi negativi sui mercati, e già ne abbiamo visto avvisaglie significative sia sul FTSEMIB che sui BTP, che potrebbero ulteriormente piegarsi sotto la spinta di importanti correnti speculative contrarie fino ad arrivare ad un vero e proprio sell-off Italy…


Ciò che ci si può augurare è che invece l’economia reale tenga sulla scia di direttive governative chiare e ben delineate. Non sarà per nulla facile la battaglia Italia (coi suoi problemi)-UE (coi suoi legacci e parametri “teutonizzati”) è solo agli inizi : in questo senso fondamentale sarà, oltreché la chiarezza e la fattibilità (per quanto di profondo cambiamento) degli intenti, la compattezza del governo fin qui messa in discussione per lo più da media orientati che non da concrete rotture di rapporti.

Ma a cominciare dalle decisioni su Atlantia i primi veri test per il governo sono ormai alle porte.

Gianluca Braguzzi
CFI Asset Management and Organization WIAM

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