Incredibile quanto rendono 6.000 euro a 6 anni su questo BTP invece di tenere i soldi fermi sul conto e perderli tra imposte e inflazione

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L’ondata di vendite sui titoli di Stato sta alzando i rendimenti su tutte le scadenze, brevi, medie e lunghe. Prezzi dei titoli e rendimenti hanno infatti dinamiche inverse: quando i primi scendono i secondi salgono, e viceversa. Oggi il mercato vende bond (inflazione, conflitto, Banche centrali, etc.) e l’interesse sale per la gioia di chi ha cash e fiuta una possibile occasione. Detta diversamente, è incredibile quanto rendono 6.000 euro a 6 anni grazie alla recente ondata di vendite sul mercato.

Un BTP dalla durata “giusta”: il BTP Futura 2028, per esempio

Per motivi diversi, uno dei BTP più amati dagli addetti ai lavori è quello con durata residua settennale. Un lasso di tempo né troppo corto né troppo lungo.

Il titolo di Stato che in questa sede analizziamo dura giusto una spanna meno dei 7 anni. Stiamo parlando del BTP Futura 2028 (ISIN: IT0005425761), emesso nel novembre 2020 e con durata complessiva di 8 anni. La scadenza è infatti prevista al 17 novembre 2028, quindi ha ulteriori 6,56 anni residui. La cedola semestrale viene staccata al 17 novembre e 17 maggio di ogni anno del periodo di maturazione.

Gli interessi di questo come di tutti i BTP Futura sono del tipo step-up, cioè salgono all’aumentare del tempo di possesso. Si tratta dello stesso meccanismo di funzionamento che ritroviamo nei buoni fruttiferi. Nel caso specifico di questo bond, la struttura cedolare prevista dal Tesoro è la seguente:

  • 0,35% dal 1° al 3° anno;
  • 0,60% dal 4° al 6° anno;
  • 1% nell’ultimo biennio (ossia 7° più 8° anno).

La cedola media ponderata è pari quindi allo 0,5625%, assai lontana dall’attuale costo della vita. Tuttavia, il titolo attira l’attenzione per il suo prezzo sotto cento e pari a 91,52 centesimi al momento in cui scriviamo. Al corso attuale, la plusvalenza lorda a scadenza (o comunque a 100) è pari a circa il 9,2%.

Incredibile quanto rendono 6.000 euro a 6 anni su questo BTP invece di tenere i soldi fermi sul conto e perderli tra imposte e inflazione

Ragioniamo di fantasia e immaginiamo un risparmiatore con 10mila euro disponibili in conto. Ipotizziamo che il correntista abbia poche pretese in termini di rendimento e poca propensione al rischio. Infine immaginiamo che sia relativamente sicuro di non necessitare dei soldi per almeno i prossimi 2-3 anni.

Sempre ragionando di fantasia, potrebbe impiegare 6mila euro sul bond e intanto non pagare i 34,20 euro annui di imposta di bollo allo Stato. Ci sarebbe già un primo guadagno (circa 200 euro in 6 anni) in termini di mancate imposte. Poi ci sarebbe l’incasso delle future cedole e infine la plusvalenza finale. Rispetto all’alternativa di tenerli sul conto (abbiamo visto quanto si svalutano in appena 2 anni) va già meglio.

E nel caso di vendita anticipata dello strumento? Non abbiamo la sfera di cristallo per conoscere anzitempo quale sarà il trend futuro del bond. Inoltre, molto dipende dal “quando” avviene la vendita anticipata: dopo 3 mesi dall’acquisto o dopo 3 anni?

Con il passare dei mesi la vita residua del BTP andrà diminuendo e dal 17 novembre 2023 ci sarà anche lo step-up della cedola. Morale, sebbene il titolo potrebbe ancora continuare a scendere nel prossimo futuro, prima o poi il mercato riprenderà a comprarlo. Non è dato sapere quando, ma alla scadenza del BTP lo Stato rimborserà 100, il valore nominale di emissione.

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