L’incredibile novità che Google aveva in cantiere da cinque anni è finalmente disponibile per questi dispositivi

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Uno dei progetti meno pubblicizzati ma più importanti di Google ha finalmente visto la luce. Non si tratta di una novità strombazzata ai quattro venti. Ma di un upgrade sostanziale che trasformerà completamente l’esperienza utente a partire da subito. Ma soprattutto con l’avanzare degli anni.

La notizia è stata lanciata su Twitter da Petr Hosek, il capo progetto di Fuchsia: l’incredibile novità che Google aveva in cantiere da cinque anni è finalmente disponibile per questi dispositivi. Ma di cosa si tratta? Gli Esperti di Tecnologia della Redazione di ProiezionidiBorsa sono pronti come sempre a spiegarlo ai Lettori.

Velocità allo stato dell’arte

Hosek ha infatti twittato: “Non si lancia un sistema operativo ogni giorno. Ma oggi è quel giorno”. Il messaggio di lancio è stato così affidato a un cinguettio del social dell’uccellino blu. Fuchsia è il nuovo sistema operativo che Google intende implementare sui suoi dispositivi. Hosek e il suo team ci stanno lavorando da cinque anni.

Si tratta, secondo gli sviluppatori, dello stato dell’arte delle tecnologie sui sistemi operativi in quanto a velocità, operatività e sicurezza d’uso. Un vero salto in avanti che si affaccia sul mondo dei dispositivi per smart home. I primi a vedere l’aggiornamento a Fuchsia OS saranno infatti gli utenti di Nest Hub, noto anche Google Home Hub, iscritti al programma di preview.

L’incredibile novità che Google aveva in cantiere da cinque anni è finalmente disponibile per questi dispositivi con un aggiornamento “invisibile”

Gli utenti che riceveranno l’aggiornamento non avranno di che preoccuparsi. Tutto avverrà “sotto la scocca”, con l’interfaccia utente pressoché invariata. All’apparenza, infatti, Fuchsia OS è identico a Cast OS, l’attuale sistema operativo dei display intelligenti di Google. Ciò che cambia è tutto l’impianto software su cui il sistema è basato.

La vera novità sta nel fatto che Google abbandona definitivamente Linux per affidarsi a un cosiddetto “microkernel” di sua proprietà chiamato Zircon. Questo passaggio è fondamentale per l’implementazione di Fuchsia OS anche su tutti gli altri dispositivi dell’azienda di Mountain View, dai Google Cast alle Google Tv per finire poi con gli smartphone. Un processo lungo: ma che finalmente diventa realtà.

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