Inaugurato Genova San Giorgio: il Ponte risorge, la “ferita” resta

ponte

Oggi alle 18.30 è stato inaugurato sul fiume Polcevera, a Genova, il Ponte Genova San Giorgio. Il ponte risorge, ma la ferita resta. Il nuovo viadotto autostradale ha sostituito il Ponte Morandi, crollato ormai quasi due anni fa.

Il 14 agosto del 2018 tutta l’Italia assistette impietrita alla tragedia che ha causato la morte di 43 persone. Il nuovo ponte, progettato dall’architetto e senatore a vita Renzo Piano, sarà aperto al traffico dal 5 agosto. Le Frecce Tricolori sono già sfrecciate verso Genova. Anche il veliero Vespucci è in posizione nel Golfo, per salutare l’arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Mattarella è arrivato da Roma  per la cerimonia, la quale si preannuncia estremamente sobria.

Una tragedia annunciata?

Il ponte Morandi era una delle principali arterie del traffico di Genova. Costruito negli anni Sessanta, collegava i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano, a ovest del centro. Un nastro di asfalto che, a guardarlo dal cielo, ogni anno si faceva sempre più inadeguato al territorio. Sempre più contornato da case aggrappate alle sue colonne. Nel tempo era stato oggetto di svariati lavori di manutenzione e polemiche sulla sua stabilità.  Il 14 agosto di due anni fa, poco prima di mezzogiorno, uno dei tre piloni che sostenevano il ponte è crollato, trascinando con sé un tratto di strada lungo circa 200 metri. Quelle immagini terribili hanno fatto il giro del mondo in pochi minuti.

Mille polemiche e un cantiere

Il Governo ha subito tuonato contro Autostrade per l’Italia e il Gruppo Atlantia. Invece, il Sindaco di Genova e il Presidente della Regione Liguria avevano subito avviato le pratiche per la ricostruzione.

A metà novembre il “Decreto Genova” è stato convertito in legge e il sindaco di Genova Marco Bucci è stato nominato commissario per la ricostruzione. Per i lavori sono state scelte, in mezzo a mille polemiche, Salini Impregilo e Fincantieri. E, con altre polemiche, il progetto proposto da Renzo Piano.

Lo sgombero dei palazzi a rischio ha preceduto la difficile demolizione dei resti del ponte, avviata nel  febbraio 2019. Sono state smontate una per una le vari parti che formavano la struttura. Il primo ottobre è stato posato il primo tratto del nuovo viadotto sopra due piloni posizionati nelle settimane precedenti. Ad aprile 2020, mentre anche in Liguria infuriava il Covid-19, è stata completata la struttura d’acciaio. Lo scorso 8 luglio è stato posato il primo strato di asfalto e poi sono iniziate le prove di collaudo. Il nuovo viadotto è stato costruito in tempi considerati record e non solo in Italia.

Inaugurato Genova San Giorgio: il Ponte risorge, la ‘ferita’ resta

È costato 202 milioni di euro. Utilizzati 67.000 metri cubi di calcestruzzo e 24.000 tonnellate di acciaio e carpenteria metallica. Il nuovo Ponte Genova San Giorgio è lungo 1.067 metri, ha 19 campate a 40 metri di altezza e sono sorrette da 18 piloni. Sui lati nord e sud,  due file di pannelli solari, soddisferanno il 95% del fabbisogno energetico del ponte. Oltre 2.450 metri di pannelli trasparenti frangivento,  alti due metri e mezzo, sono la sua corona.

Sui due lati della carreggiata sono distribuite 18 antenne luminose alte 28 metri. Esteticamente, rappresentano gli alberi del vascello a cui assomiglia il viadotto, ha spiegato l’architetto Renzo Piano. A queste luci si aggiungono oltre mille plafoniere montate sui lati esterni dell’impalcato. Quattro robot appesi all’esterno del ponte serviranno a pulire e a monitorare la struttura. Meglio tardi che mai, si potrebbe dire, se non si rischiasse di offendere le famiglie delle vittime.

Presenti, assenti, non invitati e diffidati

Inaugurato Genova San Giorgio: il Ponte risorge, la ‘ferita’ resta.  Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, prima della cerimonia incontrerà in Prefettura i familiari delle 43 persone morte nel crollo. Ma non tutti ci saranno.

La cerimonia sarà trasmessa in diretta su Raiuno. Parleranno Marco Bucci, poi il presidente della regione Liguria Giovanni Toti, l’architetto Renzo Piano e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Egle Possetti, portavoce del Comitato dei parenti delle vittime, ha fatto sapere che per loro «non c’è niente da festeggiare». Questo anche perché il ponte sarà gestito nuovamente da Autostrade. L’azienda è al centro dell’inchiesta che la Procura di Genova, coordinata dal procuratore capo Francesco Cozzi, sta portando avanti e nella quale risultano indagate 71 persone.

Il nuovo Ponte dedicato al Patrono

Il Ponte Genova San Giorgio è ancora di Autostrade per l’Italia, ad oggi detenuta all’88% dal fondo Atlantia. Vale a dire la famiglia Benetton. I Benetton nell’ultimo anno hanno visto il titolo in borsa scendere da 23,54 euro per azione nel giorno della tragedia, a 17,7 euro nei giorni dei funerali e della rimozione macerie. Il titolo è arrivato a 10,2 euro per azione il 9 marzo scorso, quando è stato deciso il destino del nuovo ponte.

La tanto sbandierata firma del memorandum con Cassa Depositi e Prestiti non c’è ancora. A metà luglio il Governo e Autostrade per l’Italia (ASPI) hanno però raggiunto un accordo sul futuro della concessione autostradale. Ridiscussa proprio dopo il crollo del ponte Morandi. Con gran polverone del Movimento 5 Stelle che voleva assolutamente revocare la concessione. In particolare, estromettendo la famiglia Benetton, accusata di negligenze e mancati controlli, gravi responsabilità a proposito del crollo.

Il nuovo accordo prevede che ASPI – gestore di quasi 3.000 chilometri di autostrade italiane– cambi radicalmente assetto societario.  Entrerà a gamba tesa Cassa Depositi e Prestiti, società controllata del Ministero delle Finanze. Ciò causerà un grosso ridimensionamento della quota dei Benetton. ASPI sarà poi quotata in borsa e lo Stato ne rimarrà socio di riferimento.

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