In pochissimi sanno come si fanno i wurstel e cosa ci metterebbero dentro

wurstel

I wurstel sono un secondo piatto molto veloce da preparare. Sono naturalmente di origine tedesca e austriaca, e ci fanno sempre pensare ai nostri viaggi al Nord.

Per noi italiani non rappresentano certo un’eccellenza nazionale gastronomica, ma comunque siamo uno dei popoli che ne consuma di più in Europa.

Se avessimo tempo, preferiremmo di certo cucinare questo genere di ricette, ma quando arriviamo stanchi dal lavoro un buon piatto di wurstel ce lo mangiamo sempre volentieri. In realtà, lo mangiamo come mangiamo del tonno sott’olio: a scatola chiusa. Infatti, in pochissimi sanno come si fanno i wurstel e cosa ci metterebbero dentro.

Diversi tipi

Per capire cosa ci sia nei wurstel dobbiamo chiarire un concetto. Esistono, infatti, molti tipi di wurstel diversi. Ne esistono di bianchi, rosa, neri e marroni.

Sono fatti spesso con carni di pollo, tacchino, suino o anche un po’ di tutte queste carni mescolate insieme. Recentemente, alcuni analisti hanno condotto una ricerca per capire come queste carni sono lavorate e che cosa viene aggiunto per insaporire il prodotto.

In pochissimi sanno come si fanno i wurstel e cosa ci metterebbero dentro

Secondo questi analisti, circa nove parti su dieci del wurstel sarebbero costituite da carne mentre la restante parte sarebbe creata a partire da avanzi che arrivano da un altro tipo di lavorazione.

In genere, questa parte sarebbe costituita da grasso che deriva dalla cotenna degli animali o dal loro tessuto connettivo. Grandi macchinari mescolerebbero tutte queste parti insieme per rendere omogeneo questo composto, con l’aggiunta però di alcuni ingredienti.

In sintesi, si aggiungerebbero degli aromi, dell’amido e del sale. A questo punto, si rimescolerebbe il tutto con l’aiuto del calore.

Come? Si farebbe evaporare dell’acqua che condenserebbe il composto. In molti casi, i produttori di wurstel aggiungerebbero anche dello sciroppo per conferire al prodotto quel gusto agrodolce che tutti conosciamo. A questo punto, una macchina aspirerebbe tutta l’aria contenuta nel composto e insaccherebbe la polpa in una piccola lamina di cellulosa commestibile.

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