In pensione a qualsiasi età: ecco quando contano solo gli anni di contributi

Pensione e rendita

In pensione a qualsiasi età: ecco quando contano solo gli anni di contributi. Quanti anni di contributi servono per andare in pensione a qualsiasi età? È possibile in alcuni casi avvantaggiarsi dei soli anni di contributi e scegliere l’età del pensionamento senza alcun limite. Vediamo cosa è possibile fare in questi casi.

Ecco quando l’età non conta

In pensione a qualsiasi età: ecco quando contano solo gli anni di contributi. Quando un lavoratore si approssima al pensionamento sa perfettamente che deve fare i conti con due fattori principali: l’età e gli anni di contributi che ha versato nel corso della vita lavorativa. Tuttavia, esistono alcune eccezioni che consentono di tener conto esclusivamente della contribuzione senza tener conto dell’età del lavoratore.

Attualmente, la pensione di vecchiaia prevede che il contribuente raggiunga il 67° anno di età. Nel caso di quota 100, è possibile accedere al pensionamento a partire dal 62° anno. Si potrebbe, in alcuni casi, scegliere l’età del pensionamento sulla base dei soli contributi versati? La risposta è affermativa e si tratta della pensione anticipata o di quota 41.

I lavoratori che hanno accumulato un elevato monte ore contributivo, possono usufruire di questa opzione come prevede l’attuale normativa al riguardo. Questo vale in particolare per chi ha avuto un impiego a partire dalla giovanissima età ed ha goduto di una carriera continua.

Come funziona il calcolo contributivo

In pensione a qualsiasi età: ecco quando contano solo gli anni di contributi. Secondo quanto prevede l’Inps in materia di pensione anticipata, in questi casi si tiene in considerazione soltanto l’accumulo contributivo a prescindere dall’età anagrafica. In particolare, i lavoratori che possono avvantaggiarsi della pensione anticipata sono quelli che hanno

A) un tetto contributivo di 41 anni e 10 mesi, ossia 2.175 settimane, per le donne;

B) un tetto contributivo di 42 anni e 10 mesi, ossia 2.227 settimane complessive, per gli uomini.

Questo è quanto prevede il Decreto-legge n. 4 del 28 gennaio 2019 in materia di pensioni anticipate. La norma vigente non potrà subire variazioni fino al prossimo 31 dicembre 2026, pertanto i lavoratori precoci potranno beneficiare della formula.

Per quanto riguarda quota 41, la prestazione risulta valida per i lavoratori che attestano almeno 12 mesi contributivi precedenti il 19° anno di età. Inoltre, è necessario che abbiano maturato l’anzianità contributiva entro il 31 dicembre 1995. Oltre a queste condizioni, sarà obbligatorio rientrare tra le categorie di lavoratori-contribuenti che possono beneficiare della quota 41. Una valida opportunità di ingresso anticipato al trattamento pensionistico si offre anche per le madri lavoratrici come indicato qui

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