In Italia nuovo record del debito pubblico: oltre 2.735 miliardi di euro

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Con un debito con cifra da capogiro, e con un aumento di quasi 9 miliardi rispetto al mese precedente, il passivo italiano continua a raggiungere sempre nuovi massimi. Intanto ripartono i controlli fiscali e ne sono previsti almeno 560 mila nei prossimi tre anni.

Purtroppo, queste punte di “massima” di passivo sono sempre in crescita e non siamo in presenza di punte di crescita con altrettante diminuzioni come, ad esempio, l’andamento borsistico.

In Italia nuovo record del debito pubblico: oltre 2.735 miliardi di euro

Questi numeri siamo sicuri non saranno quelli massimi in assoluto.

Ma buone notizie ve ne sono diverse. Il PIL italiano sembrerebbe che alla fine dell’anno in corso debba superare quota 6% e con molta probabilità attestarsi su un 6,1%. Aumenti con tali percentuali in effetti erano anni che non si vedevano nel nostro Paese.

Con l’anno prossimo venturo, sperando nel proseguimento della crescita del PIL nazionale, si dovrebbero forse superare i livelli di pre crisi.

Anche le società internazionali di rating vedono, almeno momentaneamente, il futuro meno nero per il nostro Paese.

Tutto questo è dovuto all’effetto del Presidente Draghi?

La risposta a questa domanda è affermativa.

La linea che per ripagare il debito pubblico passa soprattutto e sostanzialmente dall’aumento del PIL è una linea confermata più volte dall’attuale presidente del Consiglio dei Ministri.

Bisognerebbe aiutare le imprese nei periodi di crisi senza guardare ai dati del debito nazionale.

Le forze politiche, la cui ideologia prevede sempre e solo una ulteriore tassazione ed un aumento delle burocrazia statale, per adesso sono state messe all’angolo.

Ma, fermo restando questi indirizzi governativi, il rullo compressore dei controlli fiscali è stato rimesso in moto.

Nel biennio 2021-2023 saranno effettuati almeno 560.000 controlli

A fronte del nuovo record del debito pubblico in Italia con oltre 2.735 miliardi di euro, l’Agenzia delle Entrate prevede di effettuare 390.000 verifiche e di effettuarne altre 170.000 in piena collaborazione con la Guardia di Finanza. Si prevedono almeno 130.000 accessi presso le sedi operative delle aziende da parte dell’Agenzia ed ulteriori 60.000 accessi insieme alla Fiamme Gialle.

Il numero dei controlli è veramente impressionante, una considerevole percentuale delle partite IVA avrà un controllo e/o un accertamento tributario.

Su quali settori sarà indirizzata la maggior parte di questa attività accertativa?

I titolari di partita IVA possono dormire sonni tranquilli?

Le attività di controllo si indirizzeranno soprattutto sui soggetti che hanno usufruito dei vari benefici fiscali legati alla pandemia del Covid 19, per scovare i soliti “furbetti”.

Successivamente le verifiche saranno effettuate verso le società e i soggetti che presentano situazioni di elevata sensibilità alla evasione, individuati da una serie di “indicatori di rischio”.

In maniera particolare saranno effettuati accertamenti sulle partite IVA aperte negli ultimi periodi.

I riscontri saranno effettuati incrociando i dati relativi alle fatture elettroniche in possesso dell’Agenzia delle Entrate con i dati forniti a mezzo i dichiarativi fiscali.

Questa attività di recupero tasse, sembrerebbe, e il condizionale è d’obbligo, indirizzata verso quei soggetti ad elevata pericolosità di evasione.  Soggetti che mettono in essere una serie di frodi fiscali pur di beneficare di agevolazioni e crediti d’imposta non dovuti e non spettanti.

I titolari partita IVA onesti e corretti possono, almeno si spera, dormire sonni tranquilli.

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