In attesa di Doha

ProiezionidiBorsa

La riunione di politica monetaria della Bank of England di ieri, non ineditamente, ha posto particolare attenzione sul tema “brexit” e in particolare enfatizzando i probabili effetti avversi che un divorzio disordinato tra Londra e Bruxelles potrebbe avere su crescita, occupazione e stabilità politica.


È passato in secondo piano il tema monetario, anche perché il Monetary Policy Committee (MPC ndr) ha mantenuto invariato l’attuale assetto votando all’unanimità sia l’assenza di intervento sul tasso di riferimento che sull’importo del quantitative easing.

Durante la notte in Cina i dati su crescita e comparto finanziario sono usciti piuttosto incoraggianti con il rallentamento dell’economia della tigre asiatica che è stata contenuto anche per effetto di una buona gestione della situazione di crisi e soprattutto grazie ad un aumento sensibile del credito e degli investimenti.

Con il consolidamento della situazione cinese, i listini sembrano essersi stabilizzati sia in Asia che in Europa nonostante il rosso comunque sostanzialmente contenuto delle piazze del Vecchio Continente.

Ora l’attenzione è completamente proiettata alla riunione di Doha, in Qatar, del prossimo 17 Aprile dove membri OPEC e non-OPEC si incontreranno per dare forma e sostanza al congelamento della produzione di greggio ai livelli di Gennaio 2016.

Dopo che diversi stati membri e non membri hanno mostrato interesse favorevole alla proposta, rimarrà comunque centrale il ruolo di mediazione della Russia soprattutto sui “ribelli” Iran e Iraq. L’abbassamento dei toni da parte del presidente Putin durante l’annuale Q&A pubblico sembra fare da anticamera alla possibilità di un successo nell’insolito ruolo della Russia.

Tuttavia sarà importante anche valutare le conseguenze dell’accordo che può sopravvivere solo se il prezzo viene mantenuto in un’area di stabilità tale da non incoraggiare i produttori statunitensi a riprendere l’estrazione, vero driver della dinamica dei prezzi del greggio.

 

Market Movers

04:00 Cina PIL a/a cons. 6.7% prec. 6.8%

04:00 Cina Vendite al dettaglio a/a cons. 10.4% prec. 10.2%

06:30 Giappone Produzione industriale a/a cons. -1.5% prec. -3.8%

10:00 Italia Bilancia commerciale cons. 2.33b prec. 0.035b

11:00 Eurozona Bilancia commerciale cons. 20.8b prec. 6.2b

14:30 Stati Uniti Indice manifatturiero NY Empire cons. 2.21 prec. 0.62

15:15 Stati Uniti Produzione industriale a/a cons. -1.5% prec. -1.6%

16:00 Stati Uniti Fiducia consumatori Michigan cons. 92.0 prec. 91.0

 

EURUSD

La moneta unica si mantiene in territorio di debolezza a cavallo di 1.1250 consolidando il terreno laterale anche in virtù dell’assenza di direzionalità mostrata oggi dai mercati azionari del Vecchio Continente che scambiano tutti in territorio leggermente negativo. L’attesa è concentrata sui dati sulla bilancia commerciale in Italia e Eurozona nella prima parte della giornata, mentre la conclusione della sessione di negoziazione non dovrebbe presentare particolari sorprese con i dati statunitensi.

 

GBPUSD

Continua la fase di debolezza per la sterlina inglese che continua a mantenersi in area laterale a cavallo dell’area di 1.4150 dopo che l’andamento largamente interlocutorio dopo che la riunione di politica monetaria della Bank of England di ieri ha posto l’attenzione sui rischi derivanti da un possibile “brexit” seppure mantenendo invariato l’attuale assetto monetario. Le attese per la giornata di oggi sono incentrati sui dati statunitensi del pomeriggio su comparto industriale e manifatturiera che non dovrebbe comunque variare eccessivamente l’outlook di debolezza per la sterlina.

 

USDJPY

Lo yen giapponese continua in territorio generalmente laterale nel rapporto con il biglietto verde attestandosi in apertura dei mercati europei a quota 109.30 dopo che la buona performance dell’economia cinese e il timido recupero della produzione industriale nipponica avevano portato il cambio USDJPY fino a quota 109.60. La chiusura del mercato azionario nipponico, con l’indice Nikkei della borsa di Tokyo che cede lo 0.37%, influisce solo relativamente sull’andamento delle quotazioni della divisa nipponica che continuano a essere indicative dello stato di propensione al rischio non particolarmente elevato nella fase di apertura delle piazze del Vecchio Continente. Attenzione ai dati statunitensi del pomeriggio che potrebbero portare ad una chiusura della giornata di contrattazioni in territorio leggermente positivo per USDJPY.

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