Impennata di emissioni di CO2, l’allarme dell’Agenzia internazionale per l’Energia, avanza l’idea del nucleare

emissioni

Le idee cozzano tra loro. Da una parte i vertici governativi rimangono insonni per cercare di capire come azzerare o quantomeno ridurre la dipendenza dalla Russia per l’importazione di gas. Da l’altra le varie idee in campo come il potenziamento delle estrazioni in Italia, delle rinnovabili, l’aumento dell’import da altri Paesi come l’Azerbaijan. E l’eventuale ritorno al carbone. Ma qui è il nodo perché quest’ultima opportunità potrebbe cozzare con il tetto delle emissioni di CO2.

L’AIE

L’allarme dell’Agenzia Internazionale per l’Energia di fatto stronca l’idea italiana del carbone. Su base mondiale, l’ente riferisce di un livello di emissioni record raggiunto nel 2021. Una impennata di emissioni di CO2 il cui aumento è stimato in oltre 2 miliardi di tonnellate. E, secondo l’Agenzia, il 40% delle emissioni è riconducibile all’uso del carbone. Si tratta del «livello annuale più alto di sempre. Un aumento del 6% rispetto al 2020 ha spinto le emissioni a 36,3 giga tonnellate (Gt)».

La Cina

Sotto mira il Paese del Dragone che ha registrato un importante crescita economica negli ultimi anni. A fronte di una crescita del PIL la domanda di elettricità in Cina è cresciuta. Da qui, riferisce l’Agenzia, l’uso del carbone per soddisfare più della metà della domanda di elettricità. Tuttavia «il Paese ha visto anche il suo più grande aumento mai registrato nella produzione di energia rinnovabile nel 2021». Ad ogni modo le emissioni della Cina sono aumentate di oltre 11 miliardi di tonnellate e rappresentano il 33% del totale globale.

In Italia

L’Italia intanto ha le mani in fronte e la situazione è obiettivamente di difficile gestione. Da una parte l’esigenza della transizione ecologica, da l’altra la necessità ravvisata in un baleno di chiudere o almeno diminuire il flusso in arrivo dalla Madre Patria Russia. Nel frattempo, il Piemonte lamenta un livello di acqua del fiume Po’ e dei laghi ai minimi storici. Con il rischio di non riuscire ad avere risorse idriche necessarie per l’irrigazione dei campi. Viene da pensare sia uno degli effetti dovuti ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento del pianeta. Questo per capire che l’argomento ci riguarda da vicino e non è lontano dal produrre i suoi effetti negativi per le nostre vite.

Impennata di emissioni di CO2, l’allarme dell’Agenzia internazionale per l’Energia, avanza l’idea del nucleare

L’Agenzia ha anche presentato un piano per ridurre la dipendenza energetica dal principale fornitore. Il prospetto si articola su 10 punti e manco a dirlo insiste molto sulle fonti alternative, sull’eolico e il solare. Ma punta anche a «massimizzare la produzione da fonti esistenti dispacciabili a basse emissioni: bioenergia e nucleare». L’idea è quella di «riportare in sicurezza i reattori esistenti in Europa entro l’anno e guadagnare circa 20 TWh (terawatt) nel 2022». Dunque è allarme dell’Agenzia internazionale per l’Energia per l’impennata di emissioni di CO2, avanza sempre più l’idea del nucleare tra le altre proposte dell’ente.

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