Il Venezuela potrebbe essere un monito e una metafora preoccupante per l’Italia

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Quest’ articolo inizia con la storia di Fabio Ferrari, il rag. Ferrari emigro’ in Venezuela nel secondo dopo guerra facendo fortuna e scappo’ dai Caraibi nel 1986.
Vendette tutto e con il ricavato compro’ una palazzina a Vitinia, periferia romana. Il Rag. Ferrari, lavorando con i numeri aveva compreso il cambio di tendenza e che brutta piega avrebbe preso il Venezuela.
Un paese ricco, risorse naturali, petrolio in testa, spiagge bianche e donne bellissime sono le peculiarita’ venezuelane. Inizio’ poi il chavismo, le svalutazioni e l’inflazione galoppante e le politiche populiste.
Tantissimi venezuelani hanno scelto la via dell’esilio; si conta che siano.espatriati piu’ di 6 milioni di persone, circa 3 milioni solo negli ultimi tre anni.
I paesi prescelti? Usa, Colombia, Equador, Brasile e Spagna. Molti venezuelani sono potuti scappare grazie ai passaporti comunitari ricevuti grazie ai loro antenati spagnoli, italiani e tedeschi in testa.
Arriviamo ora ai disastri recenti del Presidente Maduro; un’inflazione 2018 vicina al 1.000.000% (follia stile Repubblica di Weimar), il nuovo Bolivar appena lanciato togliendo 5 zeri al vecchio e che ha perso rispetto al dollaro un 170% in due settimane.
Ultima follia?
Alzare di 30 volte la paga minima dei lavoratori senza che gli imprenditori possano rialzare i prezzi pena arresto e gogna pubblica.
Siete stupiti?
I giornali sono focalizzati su Salvini e l’immigrazione dall’Africa, quasi nessuno si interessa del dramma dei venezuelani, gente seria e sempre con il sorriso sulle labbra.
Dott. RIccardo Barbuti
Alternativa Tenerife

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