Il titolo azionario GoPro è ancora da tenere in considerazione?

Titolo azionario GoPro

Del titolo azionario GoPro si sente parlare raramente sui mercati americani. Probabilmente perché l’appetibilità delle azioni è ormai da tempo scesa sotto la soglia minima di attenzione. GoPro è rientrato a far parte, quindi,  della schiera dei cosiddetti Penny Stocks, titoli azionari considerati molto economici.

Definizione di Penny Stocks

Secondo la Securities and Exchange Commission sono quei titoli azionari il cui valore è inferiore a 5 dollari. Il famoso broker Jordan Belfort  (a cui fu dedicato il film The wolf of Wall Street) divenne famoso proprio per le speculazioni/truffe che riuscì a mettere in atto con le Penny Stocks. Di solito la peculiarità principale, oltre al prezzo molto basso, è la loro alta volatilità.  E se da una parte potrebbe generare grossi profitti con investimenti minimi, dall’altra troviamo un fattore di rischio davvero elevato.

Il background societario del titolo azionario GoPro

GoPro, azienda fondata da Nick Woodman nei primi anni 2000, è famosa per le sue action cam, telecamere usate dagli sportivi e da chi ama l’avventura in grado di resistere all’acqua e alle intemperie. Interessante come lo spunto per l’idea delle GoPro venne abbastanza per caso. Durante il suo soggiorno in Australia,  notò come i surfisti venissero filmati sia dalla spiaggia che da moto d’acqua, ma la resa dinamica di quei video non era molto aderente alla realtà.

Il successo e il declino

È innegabile che dalla sua nascita il progetto GoPro abbia avuto un successo enorme. Nei primi anni YouTube cominciò ad essere inondato letteralmente dai video di professionisti e non, che filmavano le proprie imprese tramite  questa nuova tipologia di videocamera, portatile, salda e performante. Una rivoluzione che nel 2006, con il lancio del primo modello digitale, portò all’azienda un fatturato di 2 milioni di dollari.

Ma come tutti i progetti pioneristici, c’è un altro risvolto della medaglia. La produzione, sin dagli esordi, era delocalizzata in Cina. Questo ha contribuito all’affermarsi di aziende che producevano un modello identico ma con costi a volte inferiori anche di un quarto, con conseguenze per l’azienda e il titolo azionario GoPro devastanti. Ma come sappiamo, questa non è l’unica  storia di plagio di brevetti e a tal proposito è bene ricordare l’attualissima questione sui dazi doganali.

Il titolo azionario GoPro e l’andamento a Wall Street

L’azienda  viene quotata in borsa (GPRO) nel 2014 e sin da subito raddoppia il suo valore in soli 4 mesi, passando da circa 40 dollari a 93$ per azione. Davvero una performance incredibile, seppur attesa. Ma l’euforia dura poco e il titolo inizia la sua caduta libera già dall’anno successivo. Il grafico seguente mostra l’andamento in comparazione al Nasdaq Composite, benchmark di riferimento.

Storico GoPro

In sostanza, una situazione che già a livello visivo non porta a conclusioni ottimistiche. Da un punto di vista dei fondamentali, poi, le cose non stanno nel migliore di modi. Stando alle recenti news, i ritardi di produzione e di lancio della sua HERO8 Black, oltre che a far scendere il titolo di circa il 19%, hanno contribuito ad una valutazione negativa delle stime sui ricavi.

In conclusione è un titolo che non ha grosse chance di rimanere a galla, complici anche fattori negativi come un mercato sostanzialmente di nicchia e margini bassi, oltre alla grande spina nel fianco rappresentata dai suoi competitors cinesi.

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