Il tanto bistrattato olio di palma diventa sostenibile e si candida a sostituire l’olio di semi di girasole

olio

Lo avevamo un po’ condannato. Al punto che molti brand ne hanno fatto motivo di distinguo con la dicitura – vanto «non contiene olio di palma». Reso anche con «senza olio di palma», insomma due slogan che rimandavano nella mente del consumatore l’idea della qualità tutta a base di olio di oliva extravergine. In realtà nessuno di noi probabilmente è andato a controllare quali fossero tutti gli altri ingredienti. Quindi senza olio di palma non escluderebbe in assoluto la presenza di altri oli. Questo già nel recente passato.

Il dito contro

Per alcuni anni abbiamo condannato l’olio di palma che è ricco di acidi grassi saturi e si era detto potesse aumentare il rischio cardiovascolare. Un documento diffuso dalla Fondazione Veronesi riporta quanto segue: «Secondo l’Istituto Superiore di Sanità l’olio di palma non ci espone a rischi cardiovascolari più di altri alimenti simili (il burro ad esempio). Si studiano anche i contaminanti derivati dalla lavorazione dell’olio di palma, come 3-Mcpd. Di recente l’EFSA ha rivisto la nocività di 3-Mcpd e ha raddoppiato la dose giornaliera tollerabile. Occorre cautela solo per i neonati nutriti con latte artificiale». Leggiamo ancora: «piuttosto che puntare il dito contro un ingrediente, converrebbe ragionare sulla qualità complessiva della dieta. E in generale non superare un consumo quotidiano di olio di palma superiore al 10% dell’introito energetico complessivo».

Il tanto bistrattato olio di palma diventa sostenibile e si candida a sostituire l’olio di semi di girasole

Adesso la questione è un po’ come per la transizione ecologica. Che potrebbe subire  verosimilmente degli slittamenti in avanti nell’agenda per via della necessità di ricorrere a varie fonti pur di produrre energia. Non in ultimo la possibilità del carbone.

Scenari futuri

L’olio di palma, con grande probabilità sarà destinato a rientrare nelle aziende dell’agroalimentare. Mauro Fontana, Presidente dell’Unione Italiana olio di palma sostenibile, attraverso una nota ha comunicato che gli approvvigionamenti di oli di palma dovrebbero essere riservati a quelli certificati come sostenibili. A dire che con grossa probabilità torneremo a farne uso. Diversamente potremmo avere difficoltà a trovare biscotti, merendine e altro. Perché chi ne farebbe maggiore uso sono le industrie alimentari.

Il tanto bistrattato olio di palma diventa sostenibile e si candida a sostituire l’olio di semi di girasole. Sarà verosimilmente uno degli oli impiegato per sopperire alla mancanza di olio di girasole che si stima mancherà tra meno di un mese perché non arriva più dall’Ucraina.

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