Il segreto per scoprire se il tuo orizzonte temporale di risparmio e di investimento è corretto

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Il tuo orizzonte temporale di risparmio e di investimento è corretto? Qual è il segreto per scoprirlo? A riguardo non c’è una bacchetta magica. O comunque un manuale con tecniche e con regole che sono valide per tutti. Quindi, qual è il segreto per scoprire se il tuo orizzonte temporale di risparmio e di investimento è corretto? Tutto è sempre soggettivo, ma ci sono dei fattori comuni che si possono analizzare ed approfondire. Così come bisogna avere ben chiaro il concetto di orizzonte temporale di investimento.

Il segreto per scoprire se il tuo orizzonte temporale di risparmio e di investimento è corretto, ecco le risposte

Nel dettaglio, l’orizzonte temporale è quel periodo scelto per investire. E per ottenere i rendimenti sperati. L’orizzonte temporale scelto è corretto ad una sola condizione. Quella per cui nel periodo scelto non ci sia la necessità di accedere alle risorse finanziarie che sono state investite.

Quella dell’orizzonte temporale è una scelta soggettiva quindi. Ma è sempre funzione dell’età e delle esigenze economiche e finanziarie. Quelle personali e quelle della propria famiglia. Così come la scelta dell’orizzonte temporale di risparmio e di investimento è fortemente correlata ad un fattore. Quello relativo alla propria propensione al rischio.

Orizzonte temporale breve e lungo, tra prudenza ed elevata propensione al rischio

Se l’orizzonte temporale scelto è breve si punta in genere a preservare il capitale investito. Mentre con l’orizzonte temporale lungo l’obiettivo primario è quello di accrescere il capitale investito.

La propensione al rischio dipende quindi dal grado di prudenza adottato per l’allocazione del risparmio. L’investitore prudente per eccellenza è così quello che lascia tutta la liquidità sul conto corrente. Mentre l’investitore di lungo termine compra azioni, quote di fondi comuni di investimento ed altri strumenti finanziari. Con l’obiettivo di rimanere investito per molti anni.

La paura di investire tra alfabetizzazione, conoscenza ed educazione finanziaria

La conoscenza e l’educazione finanziaria sono altri due fattori chiave. Chi investe nel brevissimo termine, infatti, in genere lo fa anche perché non si fida. O non conosce appieno le caratteristiche. E soprattutto le potenzialità di strumenti e di prodotti finanziari che possono offrire a medio ed a lungo termine.

Non a caso in Italia quello della cosiddetta alfabetizzazione finanziaria continua ad essere un problema. Con la conseguenza che siamo un paese dove molti risparmiatori lasciano tutti i soldi che hanno infruttiferi sul conto corrente.

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