Il petrolio ha eguagliato un record storico che non tutti evidenziano ma che potrebbe avere importanti conseguenze in Borsa

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Con la chiusura del 22 ottobre il petrolio ha eguagliato un record storico che non tutti evidenziano ma che potrebbe avere importanti conseguenze in Borsa. Per la nona settimana consecutiva, infatti, la chiusura è stata superiore a quella della settimana precedente. Una dimostrazione di forza incredibile che solo ha un solo riscontro nella storia delle quotazioni del petrolio dal 1984 a oggi.

Era il settembre del 2002 quando per la nona settimana consecutiva le quotazioni del petrolio chiudevano in rialzo rispetto alla settimana precedente. Nelle settimane successive l’oro nero è andato incontro a un ribasso superiore al 6% prima di ripartire per raggiungere il suo massimo storico in prossimità di area 130 dollari.

Nelle settimane precedenti abbiamo sempre riportati i tanti motivi diversi che hanno spinto al rialzo le quotazioni del petrolio. Per la settimana appena conclusasi è stato il dato sulle scorte a dare la spinta per l’ulteriore aumento dei prezzi.

L’aumento dei prezzi del greggio, della benzina e del diesel può essere attribuito all’aumento della domanda e al calo delle scorte di petrolio.

L’Energy Information Administration, infatti, settimana scorsa ha riferito che le scorte di petrolio sono diminuite di 400.000 barili a 426,5 milioni di barili, che è un calo di 61,6 milioni di barili da un anno fa e una diminuzione di 123,5 milioni di barili dallo scorso giugno.

L’EIA ha anche riportato diminuzioni nelle scorte di prodotti raffinati con la domanda di distillati e benzina in aumento nonostante l’aumento dei prezzi al consumo. Le scorte di benzina sono scese di 5,37 milioni di barili al minimo da novembre 2019 e la domanda è al massimo dal 2007 per questo periodo dell’anno.

È proprio il caso di dire, quindi, che tutte queste notizie sono benzina sul fuoco del rialzo del prezzo del petrolio. Quindi, se il petrolio raggiungesse quota 100 dollari non sarebbe una sorpresa.

Il petrolio ha eguagliato un record storico che non tutti evidenziano ma che potrebbe avere importanti conseguenze in Borsa: le indicazioni dell’analisi grafica

Il petrolio  (prezzo in tempo reale) ha chiuso la seduta del 22 ottobre a quota 83.76 dollari in rialzo dell’1,53% rispetto alla seduta precedente. La settimana si è chiusa con un rialzo dello 0,74% rispetto alla chiusura settimanale precedente.

Time frame giornaliero

Dopo che la chiusura del 15 ottobre aveva portato alla rottura dell’importantissima resistenza in area 81,58 dollari (I obiettivo di prezzo), si sono aperte le porte a una continuazione del rialzo almeno fino in area 88,28 dollari (II obiettivo di prezzo). La massima estensione del rialzo si trova in area 94,88 dollari.

Tuttavia va notato che tutta la settimana appena conclusasi ha visto le quotazioni bloccate all’interno del trading range 81,58 dollari-84.18 dollari. A questo punto solo la rottura di uno dei due livelli indicati potrebbe dare direzionalità alle quotazioni. Attendere, quindi, nuovi segnali prima di aprire nuove posizioni.

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Time frame settimanale

Quella del 22 ottobre è stata la più elevata dall’ottobre 2018. Soprattutto, dopo che nel corso degli ultimi 3 anni area 80 dollari ha sempre respinto le velleità dei rialzisti finalmente c’è stato il tanto atteso break rialzista.

Con il superamento di area 81,7 dollari le quotazioni dovrebbero dirigersi al rialzo verso gli obiettivi indicati in figura con la massima estensione in area 120 dollari.

I ribassisti potrebbero prendere il sopravvento nel caso di chiusure settimanali inferiori a 81,7 dollari. In questo caso dovremmo ricalcolare gli obiettivi ribassisti.

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