Il pericolo della patrimoniale è concreto anche se non con questo Governo

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Patrimoniale e prestito forzoso sono gli spauracchi che agitano le notti degli italiani. Pensano di salvarsi tenendo i soldi sul conto corrente, ma è proprio lì che verranno colpiti, come fece il Governo Amato in una notte di luglio del 1992.

Il Ministro dell’Economia ha dichiarato che  non metterà la patrimoniale. E’ vero. Il pericolo della patrimoniale è concreto anche se non con questo Governo. Ma potremmo dire lo stesso del prossimo? Analizziamo le ragioni di questa ipotesi più che concreta.

Tutte le strade portano verso una patrimoniale

C’è un detto famosissimo che recita che tutte le strade portano a Roma. Risale ai tempi dell’Impero Romano, quando dominava il mondo allora conosciuto. Un Impero che si estendeva per mezza Europa e che arrivò fino ai confini dell’Oriente. E che per mantenere gli ingenti costi necessari alla struttura imperiale, tassava la popolazione indigena, ma soprattutto i popoli sottomessi.

Allora tutte le strade portavano a Roma e su di esse tutte le ricchezze saccheggiate, le imposte dovute, le gabelle pretese dai popoli sottomessi. Oggi l’Italia non è più l’Impero Romano, ma la macchina burocratico statale, per mantenersi richiede ancora ingenti risorse.

Agli ingenti debiti fatti dai Governi negli ultimi 20 anni, si sono aggiunti i costi dell’emergenza Covid. Da marzo a oggi il Governo ha fatto debiti per oltre 100 miliardi. Altri 120 miliardi arriveranno dai Recovery Fund e altri 17 miliardi sono in arrivo dal SURE, il fondo europeo per salvaguardare l’occupazione nelle aziende.

In totale ad oggi siamo a 240 miliardi di debito in più. Tutti questi elementi portano alla patrimoniale.

Il Patto di Stabilità come la Spada di Damocle

I calcoli di Governo e istituti internazionali stimano che alla fine dell’anno il rapporto debito/PIL italiano sarà al 160%, contro il 135% di inizio anno. Il rapporto deficit/PIL sarà al 10% contro il 2% di inizio anno.

Il Patto di Stabilità prevede che gli aderenti all’Unione Monetaria Europea abbiamo un rapporto debito/PIL al 60% e un rapporto deficit/PIL sotto al 3%. E’ vero che il Patto di Stabilità è stato sospeso, ma sospeso non significa che sarà cancellato.

Prima o poi verrà reintrodotto. E questa ipotesi pende come una spada di Damocle.

E allora due saranno le cose: o il Patto verrà reintrodotto con gli stessi parametri, o con parametri allargati.

Supponendo la seconda ipotesi, potremmo immaginare un nuovo rapporto deficit/PIL al 5% e un nuovo rapporto debito PIL al 100%. Anche con questi parametri, stante così le cose, l’Italia dovrà dimezzare il deficit e ridurre di un 30% il debito pubblico.

Il pericolo della patrimoniale è concreto anche se non con questo Governo

Per rientrare nei parametri del Patto di Stabilità, le strade sono 2. Una imponente crescita del PIL che possa ridurre progressivamente entrambi i dati, oppure il ricorso a risorse esterne, come patrimoniale o prestito forzoso. In alternativa l’Italia potrà tentare la strada della ristrutturazione del debito (di questa ipotesi ne abbiamo parlato in questo articolo). E’ una extrema ratio che tuttavia vedrà certamente scattare una tassazione straordinaria.

Ultimo punto. Il ministro delle Finanze e dell’Economia, Gualtieri, ha appena ribadito che questo Governo non ha in programma una patrimoniale. Dice la verità e occorre credergli. Il pericolo della patrimoniale è concreto anche se non con questo Governo. Se l’attuale Esecutivo non metterà la patrimoniale farà altrettanto il prossimo?

Questo Governo non metterà la patrimoniale perché non avrà il tempo di metterla. La storia della Repubblica di 66 governi in 72 anni, ci suggerisce che anche questo avrà vita corta. Ma lascerà le finanze italiane in condizioni disastrate, lasciando ad altri l’onere della patrimoniale o del prestito forzoso.

Noi tutti siamo su un pullman che sta correndo ad alta velocità verso un burrone. Ma prima che questo si schianti, chi lo comanda salterà fuori.

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