Il Papa in campo contro la guerra, dalla conversazione con il Patriarca di Mosca ad altre possibili iniziative diplomatiche

Papa Francesco

La speranza è che dopo la conversazione in videoconferenza con il Patriarca di Mosca Kirill, Papa Francesco bussi alla porta del Cremlino. Un’impresa folle e indubbiamente difficile anche da un punto di vista organizzativo. Eppure non ci sorprenderebbe visto che Papa Francesco nel 2020 senza esitazione fu visto in quel di Via del Corso a Roma. Solo e zoppicante col suo procedere affaticato ma risoluto, verso il crocifisso “miracoloso” di San Marcello per chiedere la fine della pandemia.

La posizione del Patriarca

Per adesso il Santo Padre ha parlato al Patriarca che comunque ha un suo peso e una certa influenza verso Putin. Di Kirill abbiamo sentito parlare dapprima nei giorni scorsi quando in Italia si è detto che il Patriarca avrebbe parlato di lotta contro l’affermarsi di modelli peccaminosi (in riferimento alla guerra ovviamente). Da qui il riferimento successivo al mondo gay e quindi al presunto attacco ai «valori cristiani».

Il Papa in campo contro la guerra, dalla conversazione con il Patriarca di Mosca ad altre possibili iniziative diplomatiche

Non sappiamo molto sulla replica di Kirill alle parole di Papa Francesco. Di certo si è reso disponibile e si è messo in ascolto. Con la semplicità che lo distingue, Papa Bergoglio ha ricordato che «la Chiesa non deve usare la lingua della politica […] chi paga il conto della guerra è la gente, sono i soldati russi ed è la gente che viene bombardata e muore». E poi, talora il messaggio non fosse ancora chiaro, ha affermato: «come pastori, abbiamo il dovere di stare vicino e aiutare tutte le persone che soffrono per la guerra. Un tempo si parlava anche nelle nostre Chiese di guerra santa o di guerra giusta. Oggi non si può parlare così. Si è sviluppata la coscienza cristiana dell’importanza della pace».

Il peso Apostolico

Sicuramente non era nelle sue intenzioni, ma le parole hanno il timbro di un ammonimento. Ed è bene ricordare che comunque la si metta, il Mondo, e la Russia in questo caso, tiene conto della valenza della Santa Sede anche da un punto di vista geopolitico. Vladimir Putin ha incontrato de visu Sua Santità l’ultima volta nel 2019. Per la terza volta lo zar russo è stato in Vaticano. All’epoca Mosca era interessata a condividere con il Vaticano la preoccupazione per alcuni dossier internazionali. Tra gli altri il Medio Oriente e il disarmo atomico. Da parte sua la Santa Sede, nell’occasione avrebbe fatto chiarezza sulla mancata condivisione dell’annessione della Crimea e conversato sulla situazione in Siria e sulla fibrillazione nella parte orientale dell’Ucraina.

I princìpi

Si dice Putin sia molto ancorato ad alcuni valori cattolici. I fatti, in verità, lascerebbero pensare il contrario. Sebbene il valore della Pace è un principio universale che tocca le coscienze di tutti anche al di là delle professioni religiose.

Cosa rimane della conversazione con il Patriarca

Spesso gli appuntamenti non si distinguono solo per i contenuti ma anche per la rappresentazione simbolica. L’incontro mediato tra il Patriarca e il Papa è certamente un segno forte. Un modo per dire alla Russia che la Santa Sede c’è, esiste e fa la sua parte. Non è contro la Russia ma è per la Pace. Nelle parole di Papa Francesco non ci sono espressioni che hanno il sapore del giudizio. Il Papa in campo contro la guerra. Dalla conversazione con il Patriarca di Mosca ad altre possibili iniziative diplomatiche. E il Mondo si aspetta ancora altro. Ieri si era profilato uno spiraglio su quella bozza di Pace con il significativo timbro della Turchia. Addirittura, le borse avevano sperato in bene. Già oggi il vento sembra contrario.

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