Il nuovo galateo dei saluti covid free

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 Un tempo era naturale siglare accordi tramite una semplice stretta di mano. Un gesto che oggi è impossibile, anche solo ipotizzare, per svariati ordini di motivi. In primis, perché la burocrazia italiana è di certo una tra le più farraginose in assoluto. Poi perché l’avvento del covid 19 ha stravolto le gestualità che prima erano alla base del nostro vivere quotidiano. Per cui, anche una fugace stretta di mano adesso potrebbe essere scambiata per una sorta di dichiarazione di guerra verso l’altro. S’impone quindi la riscrittura di un nuovo galateo dei saluti covid free.

La filosofia dei porcospini di Schopenauer

Nel cercare d’incasellare i nuovi dettami della vita di relazione  c’è stato anche chi ha tracciato un parallelismo con la filosofia del tedesco Arthur Schopenauer. Si deve infatti a lui quella che è passata alla storia come “Il dilemma dei porcospini”. Infatti l’essere umano è oggi diventato come un porcospino; deve cioè sforzarsi di trovare la giusta distanza dall’altro, per evitare di mettere a repentaglio la vita di entrambi.

Così, prosegue il filosofo, “il bisogno di società scaturisce dal vuoto e dalla monotonia della propria interiorità”. Chissà che rientri in questa lettura anche quella pazza voglia di movida e apericena, tanto gradita dalle giovani generazioni? Una cosa è certa, mai come ora questa abitudine modaiola è stata tanto osteggiata da chi è al timone nelle istituzioni.

Il nuovo galateo dei saluti covid free. I nuovi saluti istituzionali e personali

Partendo proprio da chi è attualmente al governo, non sarà certo passato inosseravato il nuovo saluto del gomito a gomito. Un contatto sicuramente spigoloso, col quale si tenta di superare l’obbligo di distanziamento tra persone. C’è poi anche chi si è spinto oltre arrivando a concepire una vera e propria gestualità alternativa fatta di due step. Prima si usa la mano tesa verso l’altro per creare un’iniziale barriera, poi si riconduce la mano verso il cuore.

Insomma, una nuova stagione comunicativa, in quest’ultimo caso, promossa dal progetto di comunicazione relazionale “Salutiamoci bene”. Alla base di tutto: i principi delle neuroscienze  che cercano di rintracciare un giusto compromesso tra la salute dell’individuo e la sua naturale inclinazione alla socialità.

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