Il mobbing da parte del datore di lavoro potrebbe configurare questo grave reato e non è lo stalking

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Tutti desideriamo un lavoro stabile, ben remunerato e in linea con le nostre competenze.

Chi non ha ancora una situazione professionale stabile, continua a cercare diverse opportunità lavorative e invia il suo curriculum a tantissime aziende. Inoltre, i numerosi concorsi in atto stanno dando a molti giovani e non la possibilità di entrare nella Pubblica amministrazione.

Quando finalmente troviamo una buona occupazione e, soprattutto, riceviamo il primo stipendio, ecco che ci sembra di stare in paradiso. Tuttavia, anche il famoso e tanto agognato Mondo del lavoro potrebbe nascondere alcune insidie, spesso non legate al lato economico o professionale.

Lavorare in un ufficio, in un negozio, in un ristorante o in qualsiasi altro luogo, implica un contatto diretto o indiretto con altre persone. Questi possono essere i clienti o i colleghi, ma si tratta pur sempre di rapporti interpersonali. E come ogni rapporto, anche qui non sempre tutto fila liscia, specialmente con i colleghi e con il datore di lavoro.

A questo proposito, negli ultimi tempi si parla molto di mobbing, una particolare condotta talvolta persecutoria che può verificarsi sul posto di lavoro. Vediamo qualche dettaglio in più e cosa ha precisato la Cassazione in merito.

Il mobbing da parte del datore di lavoro potrebbe configurare questo grave reato e non è lo stalking

In un precedente articolo abbiamo già parlato di questo fenomeno ormai così diffuso in diversi ambienti professionali. Si tratta dell’insieme di atti vessatori reiterati, posti in essere da un collega o dal datore di lavoro nei confronti di un lavoratore. Si parla addirittura di un vero e proprio terrorismo psicologico che può portare a gravi conseguenze sulla persona che ne è vittima.

Non essendo espressamente codificato, questo fenomeno potrebbe configurare illeciti di varia natura, tra cui civile e penale. Sul versante penale, il mobbing integrerebbe il reato di stalking di cui all’art. 612-bis c.p., come specificato dalla sentenza della Cassazione n. 31273 del 2020.

In realtà, lo stalking (o atti persecutori) non è l’unico reato che può configurarsi in queste situazioni.

Difatti, con la pronuncia n. 44890/2018, gli ermellini hanno precisato che potrebbe aversi anche il delitto di lesioni personali colpose ex art. 582 c.p.

Precisamente, il caso riguardava un lavoratore a cui si è diagnosticata una patologia psichiatrica in seguito alle continue vessazioni del suo superiore.

È importante individuare situazioni simili e intervenire subito. Il mobbing da parte del datore di lavoro può avere dei risvolti molto seri sia su chi lo subisce sia su chi ne è responsabile.

Approfondimento

Rischierebbe l’arresto fino a un mese o un’ammenda salatissima chi tiene questi comportamenti all’interno di un condominio

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