Il lavoratore può rifiutarsi di andare al lavoro per paura del coronavirus?

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L’elenco delle attività lavorative considerate essenziali e che continuano a restare aperto in questo periodo di emergenza è davvero lungo.

Si calcola che un 1/3 della forza lavoro complessiva in Italia continua a recarsi quotidianamente al lavoro.

In questi casi, il ricorso al lavoro agile, il cd. smart working, dove la prestazione è resa a distanza ossia da casa, non è possibile.

Oltre ai medici, infermieri, ed altri operatori sanitari, sono aperte, tutt’oggi, le aziende che fabbricano componenti produttivi indispensabili. Dalle aziende agroalimentari a quelle che fabbricano mascherine, disinfettanti, tute protettive, ai servizi di trasporto pubblico, farmacie ecc..

Così andare al lavoro rimane necessario per molti italiani.

Il lavoratore può rifiutarsi di andare al lavoro per paura del coronavirus?

I decreti del Presidente del Consiglio Conte e le numerose ordinanze emanate dal ministro della Salute, dei Trasporti, dell’Interno e dalle Regioni e dai Comuni sono norme eccezionali che hanno intensificato la protezione dei lavoratori in questo periodo emergenziale.

La normativa

In linea di principio, la tutela del diritto alla salute prevale su quella degli interessi economici dell’impresa.

La norma quadro (l’art. 2087 c.c.) impone all’imprenditore l’obbligo di adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e morale dei prestatori di lavoro.

Questa norma aperta viene integrata, oggi più che mai, dalle disposizioni del Governo al fine di garantire le condizioni di sicurezza per i dipendenti che si recano sul posto di lavoro per tutta la durata del periodo emergenziale.

Il datore di lavoro, pertanto, ha il dovere di dotare i dipendenti dei dispositivi di protezione adeguati alle circostanze, agli ambienti e al numero di persone che frequentano le sedi di lavoro.

Dai guanti alle mascherine o alle barriere trasparenti di plexiglass in caso di contatti frequenti con il pubblico come avviene in molte farmacie.

In ogni caso, devono essere evitati gli assembramenti e deve essere garantito il distanziamento interpersonale.

Il lavoratore non può rifiutarsi di andare al lavoro per paura del coronavirus a meno che non ci sia un provvedimento di chiusura dello stabilimento, dell’attività commerciale o dell’ufficio imposto per ragioni di sicurezza e di igiene, oppure quando il rischio di contagio risulti effettivo e non soltanto potenziale.

Nel frattempo, il lavoratore può pretendere dal titolare di lavoro l’adozione di tutte le precauzioni, rivolgendosi semmai anche alla autorità o ai sindacati di categoria in caso di inottemperanza immotivata ma non può rifiutarsi di andare al lavoro

Nei casi estremi, se il lavoratore ritiene che il datore di lavoro stia mettendo a rischio la sua salute senza un grave motivo che imponga la presenza in ufficio, può rifiutarsi di obbedire. In ogni caso, prima di agire è sempre bene tutelarsi presso un sindacato.

Qualora incorresse in sanzioni disciplinari per la mancata osservazione degli ordini può impugnarle, se ritenute irragionevoli.

Negli altri casi, il dipendente non può rifiutarsi di andare al lavoro, altrimenti sarebbe inadempiente al contratto di lavoro.

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