Il Giappone tira dritto, il Nikkey pure

ProiezionidiBorsa

Qualcuno avrebbe potuto pensare che dopo anni di politica monetaria espansiva , una sorta di QE in salsa nipponica, con dati macro-economici finalmente forti e non solo sporadicamente, l’inflazione in Giappone desse qualche segno di vita. Invece nulla, alla faccia delle normali dinamiche inflattive anche stamani il dato sul CPJ annuale si è arrestato al +0.5% versus +0.6% confermando il dato precedente che era stato in rialzo ma non il trend atteso.

Spiegare questi fenomeni dopo anni di inondazione monetaria non è semplice.

Nel paese che vanta il maggior indice di sicurezza personale al mondo (e questo anche nei momenti più critici del ciclo economico) anche dati più prosaici come il reddito pro-capite hanno raggiunto recentemente livelli di eccellenza. Così’ come è ovvio in fasi del genere diminuita la disoccupazione e sono aumentati i consumi con conseguente aumento del getto fiscale.

Eppure la BOJ è rimasta ferma sulle sue posizioni di tassi a zero e i fatti le stanno dando finalmente ragione.

Anche gli indici di borsa dal Nikkey al più ampio Topix stanno, dopo anni di stenti e attese vanificate, rendendosi conto che qualcosa è cambiato e i prezzi delle azioni continuano salire.

Erano anni che il Nikkey non superava quota 24000 come accaduto oggi. Anzi, per la verità l’ultimo passaggio per questi livelli fu durante la discesa vorticosa generatasi nel post prima guerra del Golfo.
Per rivedere queste quote di indice violate al rialzo dobbiamo addirittura scorrere il grafico fino agli anni ’80.

Un disincentivo per i cassettisti, questo sì, ma una buona, buonissima notizia per chi in questa fase ha messo in portafoglio titoli o azioni giapponesi.

Avere un ruolo e un peso significativo nell’indice MSCI world soltanto per trascorsi remoti o dati nazionali complessivi, ma poi, in ambito borsistico, essere da anni nella mediocrità ha fatto certamente scemare l’attenzione e l’interesse verso questo mercato. Tutto ciò però non è un buon motivo per accorgersi che qualcosa è cambiato ed agire di conseguenza.

In fine dei conti stiamo parlando di una nazione di circa centotrenta milioni di abitanti che annovera tra le proprie industrie alcune delle più importanti case automobilistiche, motoristiche e nell’ambito tecnologico.

Dopo la tragica vicenda della centrale nucleare il Giappone si anche sempre più orientato verso le energie rinnovabili, attualmente però soltanto al 4,2% dell’enorme fabbisogno nazionale. Ecco dunque un settore che di per se stesso promette davvero molto.

Ma in generale è tutta l’economia giapponese che uscita dal lunghissimo tunnel della crescita zero promette una primavera di crescita duratura caratterizzata anche da alcune fasi impulsive.

D’altronde quando si lavora con certosino impegno e grande attenzione alla ricerca ed alla qualità (basti pensare alle auto ibride) i risultati non possono che arrivare.

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