Il futuro Governo si appresta a varare una vera riforma fiscale o siamo in solo in presenza di provvedimenti per fare cassa?

Governo Draghi

In Italia molto spesso si parla di riforme fiscali, rivoluzione nei rapporti tra cittadino e fisco, ma in genere i provvedimenti sono solo per fare cassa.

Per attuare una vera riforma fiscale, che non è meramente finalizzata a pareggiare i conti di bilancio, si deve avere una coalizione governativa molto forte ed unita. E in genere due turni elettorali completi per poterla portare a termine.

Le grandi riforme tributarie hanno, e devono avere, un lungo periodo di meditazione. È stato così per la legge 7 ottobre 1971, n. 825, attuata attraverso una serie di decreti delegati emessi dal Governo alla fine dell’anno 1973 ed entrati in vigore dal 1 gennaio 1974.

I sistemi attuali di tassazione sono ancora regolati da questo impianto normativo.

In quel periodo fu abolita l’IGE (Imposta Generale sull’Entrata) e il dazio di medievale memoria.

I vecchi casellari del dazio che riscuotevano il “fiorino” come nel medioevo, si possono ancora vedere sulle vie comunali e provinciali per chi ha questa memoria.

In genere, il vecchio Ministero delle Finanze non era altro che un ministero per le entrate tributarie. Le sue decisioni erano indirizzate a questo unico e solo scopo.

Uno dei più autorevoli e lungimiranti ministri delle finanze italiane fu Bruno Visentini. Egli con le sue riforme del 1975 e 1983 aveva capito quale era il problema fiscale italiano, e provò a risolverlo.

Purtroppo, come sempre accade i suoi successori non furono o non vollero essere alla sua altezza.

Riforma fiscale si o no. Il futuro Governo si appresta a varare una vera riforma fiscale o siamo in solo in presenza di provvedimenti per fare cassa?

Le vere riforme fiscali dovrebbero essere fatte in periodi ordinari per prevedere e programmare le entrate e le uscite statali nel medio lungo periodo.

In un periodo straordinario, come quello attuale legato alla pandemia Covid 19 e alla paurosa situazione dei conti pubblici italiani, non sembrerebbe il più opportuno per dare inizio a questo tipo di provvedimenti governativi.

Come sempre i problemi impellenti legati alle entrate fiscali saranno prevalenti rispetto ad altri, di non minore importanza, che sono legati ai principi di ripartizione delle imposte.

Le regole d’oro sull’imposta del padre dell’economia moderna Adam Smith

Aspettando per commentare eventuali e futuri provvedimenti governativi, vogliamo ricordare le quattro regole d’oro dettate dal padre dell’economia moderna Adam Smith.

  • I cittadini devono contribuire in proporzione al proprio reddito;
  • L’imposta deve esser certa e non arbitraria, quindi non soggetta cambiamenti per lunghi periodi;
  • Le imposte devono essere riscosse nel modo e nella forma che sia il più possibile comoda per il contribuente, quindi sistema tributario che agevola il contribuente, norme di facile lettura ed semplicità nella sua applicazione,
  • Ogni imposta deve essere stabilita in maniera tale da far uscire dalle tasche del popolo la minor somma possibile.

Quindi per terminare sull’argomento “Il futuro Governo si appresta a varare una vera riforma fiscale o siamo in solo in presenza di provvedimenti per fare cassa?”, appare chiaro che queste regole d’oro possono valere anche oggi.

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