Il futuro dell’Italia attraverso le prossime date importanti e i 23 motivi che hanno spinto Fitch a cambiare outlook. Il parere di Giuseppe Di Vittorio Le Fonti Tv

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Piazza Affari e i mercati azionari europei  dal mese di maggio vivono un forte ribasso. Lo spread Btp Bund è oramai stabilmente a ridosso di area 300 e i CdS sono saliti a livelli di anni fa.

Frattanto Fitch ha modificato il suo outlook da stabile a negativo.

Cosa attendere per il futuro? Quali sono le date importanti per i prossimi mesi dell’economia italiana?  Quali sono stati i motivi che hanno portato Fitch a cambiare outlook sull’Italia?

Abbiamo girato queste domande a Giuseppe Di Vittorio il Responsabile di Le Fonti Tv.

Le Fonti Tv è il canale dell’informazione economica e finanziaria dalle 9 alle 19 dal lunedì al venerdì.

Ecco le risposte:

Le date chiave per l’Italia

27 settembre
Termine ultimo presentazione aggiornamento al Def

15 ottobre
Termine ultimo presentazione Legge di Bilancio 2019

26 ottobre 
Giudizio dell’Agenzia di Rating S&P
Attuale giudizio BBB Rischio medio alto, qualità medio bassa

31 ottobre
Termine ultimo per il giudizio dell’Agenzia di Rating Moody’s
Attualmente Baa2 analogo al BBB a quelle delle altre agenzie

7 dicembre
Giudizio dell’Agenzia di Rating Scope
Attuale giudizio A- Qualità buona, rischio di insolvenza basso

Fitch:  ecco i 23 motivi che hanno determinato le prospettive negative per il futuro

Outlook negativo sull’Italia

Il rating rimane BBB (4 scalini sopra la spazzatura)

1. Prevediamo deficit pil per il 2019 al 2,2% con uno sfondamento almeno di 1% dell’obiettivo

2. Il debito pubblico è elevato

3. Attuale governo appare meno rigoroso sulla tenuta dei conti pubblici quindi il debito pubblico e’ più’ esposto agli shock

4. Rischi al ribasso per l’entrate fiscali

5. Deficit pil all’1,8% dall’1,6% previsto (il pil e’ piu’ basso e gli interessi passivi sul debito piu’ alti) per il 2018

6. Prevediamo implicazione graduale delle promesse elettorali su legge Fornero e spesa corrente

7. Ci sono rischi di elezioni anticipate

8. La possibilità’ di fare politiche fiscali anticicliche con questo debito rimangono limitate

9. Se vengono smontate riforme del mercato del lavoro e delle pensioni precedenti ci sarà un effetto moderatamente negativo sulla crescita

10. L’impatto del Decreto Dignità sarà negativo ma limitato

11. L’antipatia del Governo verso l’euro rappresenta un rischio, riteniamo, tuttavia, poco probabile un’uscita dalla moneta unica

12. La minaccia di un’uscita dall’euro indebolisce la fiducia degli investitori

13. Instabilità politica

14. Qualità degli attivi bancari ancora deboli

15. Il pil si ridurrà per via dell’indebolimento della domanda estera

16. La crescita del pil sarà dell’1,2% nel 2018, inferiore alla stima precedente

17. Nel 2019 raggiungeremo un pil dello 0,9% e via via torneremo al nostro 0,6% di media

18. Gli investimenti si ridurranno dell’2,7% per effetto dell’incertezza politica

19. Il pil è ancora inferiore del 4% rispetto al 2008

20. Le esportazioni sono diminuite del 2,1% nel 1° trimestre per via di un apprezzamento del cambio del 3%

21. Gli alti prezzi delle materie prime peggioreranno il saldo delle partite correnti portandolo al 2,6% dal 2,9% sul pil del 2018

22. Ci saranno deflussi di investimenti esteri, già peraltro registrati per 75,4 miliardi di euro

23. Crediti deteriorati migliorano ma saranno il 10% nel 2018

Considerazioni

1. La coalizione di Governo ha solo 12 voti in più al Senato e l’approvazione di alcune leggi potrebbe risultare complicata

2. La Lega potrebbe lasciare la coalizione e tornare al Centro Destra

3. Le marcate differenze ideologiche fra Lega e 5 Stelle potranno far crescere le tensioni

4. I mercati rappresentano il principale ostacolo alle promesse elettorali

Fattori Positivi

1. Reddito Procapite Alto

2. Durata media del debito 6,9 anni lunga

3. Rendimento ancora basso 0,86% nel 2018

4. Avanzo delle partite

5. Settore privato moderatamente indebitato

6. Sistema pensionistico sostenibile

7. Quota trascurabile di debito estero

8. La competitività sull’estero rimane buona

9. I deflussi dai titoli di Stato determineranno un riduzione del debito estero

Modello

a) Il nostro modello per la sostenibilità del debito di lungo periodo prevede un’avanzo primario dell’1,5% dal 2018 al 2027

b) Una crescita dello 0,6%

c) Un’inflazione allo 0,7%

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