Il forziere delle banche è la solidità patrimoniale

Banche italiane

In base ai bilanci del primo trimestre dei primari istituti di credito presenti in Italia, lo studio FirstCisl ha potuto appurare che il forziere delle banche è la solidità patrimoniale. Le banche hanno tutte le possibilità di tirare fuori i soldi. Ma bisogna andare con i piedi di piombo per non aggiungere altri problemi.

Il rischio che si corre

Dando troppi soldi agli italiani c’è il rischio di aumentare il debito privato. Purtroppo, ognuno di noi deve recitare il mea culpa nel proprio piccolo. Ultimamente ci comportiamo male nelle faccende finanziarie: spendiamo più di quello che nella realtà dei fatti possiamo permetterci.

Attualmente il nostro debito privato è al 55% del reddito disponibile. Qualcuno solleverà che c’è chi sta peggio di noi: parliamo degli olandesi. Ma come va l’andazzo ultimamente nel nostro Paese, il dato del debito privato potrebbe salire vertiginosamente. Dove andremo a finire?

Puntare l’indice contro le banche è semplicistico. Non è che hanno ragione loro ad opporsi di concederci troppi soldi? Gli istituti di credito monitorano i nostri conti correnti ed hanno il polso della situazione tra entrate e uscite. Se gli italiani sono un po’ mani bucate, il forziere delle banche è la solidità patrimoniale.

Cosa certifica la solidità patrimoniale di una banca

L’indicatore della solidità patrimoniale è rappresentato dal Common Equity Tier 1 Ratio, acronimo Cet1 Ratio. Questo dato misura il rapporto tra la componente primaria del capitale di una banca e attivi ponderati per il rischio.

Per i cinque istituti di credito (Monte Paschi di Siena, Banco Bpm, Ubi Banca, Unicredit e Intesa Sanpaolo) presi a riferimento dalla First Cisl, il Cet1 Ratio corrisponde al 13,76% , in aumento rispetto a dicembre 2019 dello 0,15%. Spulciando i bilanci si nota la contrazione dei costi operativi e la tenuta dei ricavi.

Per quel che concerne i crediti deteriorati, Npl ratio netto è al 3,2%. Per lo Studio FirstCisl la situazione delle banche nell’insieme è positiva. Il risultato di gestione è in crescita di quasi il 5% corrispondente a 5649 miliardi di euro. Unica nota stonata il risultato netto in segno negativo per 1,553 miliardi. Un motivo c’è e va spiegato: Unicredit ha svalutato il suo portafoglio crediti per 900 milioni.

Consigliati per te