Il documento segreto (ora non più) sulla Brexit e le 2 opzioni di uscita

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A cura di Gian Piero Turletti,

autore di Magic Box in 7 passi e di  PLT

Uno scenario catastrofico sulla Brexit viene descritto come segue, da un documento sinora mantenuto segreto, rivelato solo ad alcuni ministri, e rivelato dal Sunday times.

Il 29 marzo dell’anno prossimo, la data prevista, la Gran Bretagna esce dall’Unione Europea senza un accordo per regolare la transizione. E si scatena il caos. Il porto di Dover collassa già il primo giorno sotto il peso delle procedure doganali, poiché Londra non fa più parte del mercato unico. Nel giro di un paio di giorni le regioni più lontane, come la Cornovaglia e la Scozia, si trovano a corto di rifornimenti. Entro due settimane cibo, medicinali e carburante cominciano a scarseggiare in tutto il Paese. Il governo è costretto a impiegare la Raf, l’aviazione militare, per assicurare gli approvvigionamenti. E i contraccolpi si avvertono anche in Europa, a partire dalla Francia.

Tale scenario dipenderebbe soprattutto dal fatto che la Gran Bretagna sinora ha fatto parte dell’UE, anche se non dell’eurozona.

Pertanto costituisce una sorta di organo, parte attiva del complesso organismo europeo non solo in termini economici, ma anche di approvvigionamento, circolazione e disponibilità di beni e servizi.

E, come in un organismo vitale, la rottura della sinergia con il resto del corpo, rischia di colpire mortalmente un proprio organo, la stessa cosa potrebbe succedere con la gran Bretagna.

Tale ipotesi si produrrebbe soprattutto nel caso in cui non si giunga ad un accordo.

Ecco, quindi, lo svilupparsi di una seconda opzione: brexit sì, ma in base a precisi accordi con l’UE.

Secondo i fautori della brexit pura, tale seconda opzione sarebbe un tradimento del referendum, perché porterebbe ad un un nuovo accordo, in pratica un semplice rinegoziato della propria appartenenza all’UE.

Secondo i seguaci della seconda opzione, sarebbe invece l’unica via per non collassare, evitando lo scenario catastrofico previsto dal documento.

Ma i dati cosa dicono ed i mercati cosa proiettano?

Il pil è ormai in ribasso da tempo, e pare confermare le tesi negative degli avversari della brexit.

E, come noto, quando un’economia è in contrazione, tende ad invertirsi la curva dei rendimenti dei titoli di stato, il che evidenzia come almeno su alcuni tratti le difficoltà di tenuta del debito comportino un maggior rischio su scadenze più ravvicinate, mentre a più lungo termine le cose potrebbero rimettersi a posto.

Infatti:

La curva evidenzia come dalla scadenza ventennale siano possibili tensioni finanziarie, proiezione che fa invertire la curva sino alla scadenza cinquantennale.

In sintesi: scenari negativi per la brexit, con varietà di opinioni e proiezioni, che vanno dal negativo al drammatico.

 

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